Marò, il consiglio regionale della Lombardia: “Devono tornare a casa”

La maggioranza che siede al Pirellone, a partire da Forza Italia, approva mozione per sostenere i militari detenuti in India. Marsico: “Un documento dall’alto valore simbolico”

25 Marzo 2014
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Marò

Una mozione per impegnare la Regione Lombardia a sostenere il rientro dei marò in Italia. Un testo simbolico, quello votato oggi dal consiglio regionale lombardo, che tuttavia può tradursi in azioni concrete grazie alla giunta regionale. La quale potrà dare vita ad iniziative per fare pressione a livello internazionale.

L’obiettivo riuscire a riportare in Italia i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, tutt’ora detenuti in India.

La mozione è stata approvata grazie ai voti dei gruppi di maggioranza, in primis Forza Italia. In tutto 37 i voti.

Pochi se si considera che l’assemblea regionale è molto più ampia. I gruppi di opposizione, il Pd, Patto civico e il Movimento 5 Stelle, hanno scelto infatti di non partecipare al voto.

“Si tratta di un provvedimento dall’alto significato nei confronti sia dei nostri due connazionali detenuti in India da oltre due anni che dei loro familiari in attesa di risposte in merito ad una vicenda che si sta protraendo da ormai troppo tempo con risultati non incoraggianti – commenta il consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Ambiente Luca Marsico – il consiglio regionale, con il voto di questa mattina, ha dato un convinto segnale sulla questione e non si è trattato di un mero atto simbolico.
Spiace constatare, per queste ragioni, un voto favorevole di soli 37 consiglieri regionali fra cui l’approvazione convinta dei colleghi di Forza Italia, contrapposta ad una non partecipazione al voto di diversi altri gruppi parte dell’Assemblea regionale. Pur nel pieno rispetto per i rapporti commerciali e di natura industriale tra Italia e India, non possiamo né dobbiamo mai dimenticare Salvatore e Massimiliano che, con coraggio e senso dello Stato, stanno combattendo la loro battaglia con grande dignità e fermezza. 
L’obiettivo prioritario, al di là delle responsabilità per i ritardi e le lungaggini burocratiche legate alla loro odissea giudiziaria per cui ci sarà tempo di tracciare un’analisi articolata, deve essere quello di riportarli, al più presto, nel nostro Paese. Auspico, pertanto, che con maggior risolutezza, si possano mettere in campo con vigore, tutte le risorse e i canali utili allo scopo”.

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