L’archivio fotografico, conservato presso Villa Mirabello è oggetto del lavoro di catalogazione, ricerca, studio e presentazione al pubblico che coinvolgerà un folto team di studiosi per tutto il 2016.
Si parla di più di 800 fotografie antiche di cui per la prima volta ne è stata fatta una catalogazione, operazione necessaria e utile per la tutela, ma anche per la valorizzazione delle stesse. Si tratta infatti di un progetto di ampio respiro che si dovrebbe concludere entro la fine del 2016 con una grande mostra al Castello di Masnago: si è partiti semplicemente contando le foto, cercando di riunirle in gruppi di foto simili tra loro, poi sono state scattate 1600 immagini digitali (di ogni fototipo è stato ripreso il fronte, ma anche il retro, operazione utilissima per riconoscere le diverse fotografie in caso, ad esempio, di furti).
Ora si provvederà alla risistemare delle immagini fotografiche in modo da garantirne la migliore conservazione, utilizzando materiali destinati a durare decenni, come la carta non acida.
Per intraprendere questo compito il Comune ha voluto coinvolgere studiosi di fama come Maria Canella, presidente dell’Associazione Memoria & Progetto, l’archivista Giorgio Sassi e Sergio Rebora, curatore di numerose mostre sull’Ottocento italiano e recentemente autore di “Vivere d’immagini, Fotografi e fotografia a Genova 1839-1926”, mentre una grande parte del lavoro è stata fatta dal conservatore dei Musei Civici Daniele Cassinelli, curatore del progetto, coadiuvato dalla sua equipe di collaboratori.
Le immagini che una dopo l’altra compaiono agli occhi di coloro che in anteprima possono vedere questi capolavori in bianco e nero lasciano stupefatti: vedute di Varese dal Campanile di San Vittore, manifestazioni in città, ritratti di personaggi illustri che hanno vissuto a Varese o che da Varese sono passati, insomma la storia locale e del costume, oltre che dell’urbanistica, raccontata per immagini, come in quella fotografia della Madonnina in Prato a Biumo Inferiore, quando la chiesa non era ancora chiusa tra i condomini e le autovetture, o quelle vedute dal Campanile del Bernascone di Francesco Fidanza – grande fotografo e pioniere della fotografia antica, con lo studio in centro Varese – che ritraggono le ville circondate da prati e vigneti… Ancora via Donizetti, un tempo via Regondello, sede dell’Ospedale dove il Museo Patrio venne temporaneamente ospitato dal 1872 al 1875.
Il progetto comprende ricerche approfondite sui giornali ottocenteschi, prima di tutto ovviamente “La Cronaca Prealpina”, antenata del moderno quotidiano “La Prealpina” e lo spulcio di documenti antichi, operazioni nelle quali saranno coinvolti giovani e giovanissimi studiosi.
Presto inoltre partirà la campagna di crowdfunding con cui si vorrebbe finanziare, attraverso azioni specifiche per la raccolta fondi, il Catalogo della Mostra – un po’ come si era fatto per la pubblicazione del Catalogo generale della collezione di dipinti e sculture dei musei Civici di Varese, con cui si erano raccolti quasi 20.000 euro – un volume illustrato con tante immagini inedite di una Varese in bianco e nero, in gran parte perduta e, potremmo dire, disperatamente bella.
La prima adesione è quella di Italia Nostra, sezione di Varese, con il presidente dell’Associazione, Carlo Mazza che racconta: “Abbiamo deliberato di stanziare 5.000 euro per la pubblicazione del volume in quanto crediamo nella riscoperta e nella valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città: vogliamo che i varesini, vedendo le immagini del passato contenute nell’archivio fotografico dei Musei Civici, apprezzino le bellezze della nostra città e ci aiutino a conservarle e a valorizzarle. Una mostra e un libro sono il modo migliore per farlo.”
Grazie a Italia Nostra i finanziamenti per sostenere il progetto, che avrà un costo totale di circa 40.000 euro, sono stati richiesti alla Fondazione Comunitaria per il Varesotto, mentre il Comune di Varese si presenterà con questa idea a un recente bando di Regione Lombardia.
L’Assessore alla Cultura, Simone Longhini, anche lui stupito di fronte alla tanta bellezza delle immagini fotografiche, si spende nel raccontare quanto fatto negli ultimi anni ai Musei Civici: “Abbiamo riaperto la sezione preistorica e quella risorgimentale di Villa Mirabello, ristrutturato il Castello di Masnago, attivato operazioni di rete con le altre realtà museali di Varese e ora andiamo alla riscoperta di una storia segreta e affascinante, quella della fotografia antica nella nostra città”.