
Nell’ottobre 2014 destò scalpore il caso di un trentaduenne tradatese che incendiò la porta della casa di sua papà, come “punizione” per essersi separato da sua madre.
La separazione, avvenuta tre anni prima, aveva portato la donna a tornare a vivere a Oleggio, mentre il padre 58enne aveva mantenuto la casa di Tradate. Il gesto clamoroso costò al giovane le accuse di tentato omicidio, lesioni aggravate, minacce, danneggiamento e molestie: ieri, tuttavia, il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Varese ha deciso per una pena di soli due anni e mezzo, da scontare ai domiciliari dove già si trova.
Dietro alla decisione, il sincero pentimento dell’imputato e il perdono concesso dal genitore.