Varese2.0, oltre quattromila firme contro il parcheggio alla Prima Cappella. “A breve saranno cinquemila”

I cittadini che lottano contro l’opera hanno anche inviato una lettera al sindaco, dove chiedono il blocco delle procedure di assegnazione dell’appalto, l’accesso agli atti, infine la convocazione di commissione e consiglio comunale

28 Aprile 2014
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Firme

Le firme contro il parcheggio alla Prima Cappella sono state protocollate poche ore fa. E i numeri hanno superato ogni previsione più rosea: ben 4.174 le firme consegnate oggi all’Ufficio Protocollo del Comune, molte altre centinaia in arrivo, perché non tutti i moduli sono ancora stati raccolti.

E con il prossimo passaggio “saremo a quota cinquemila” assicurano i responsabili del Comitato Varese2.0.
I quali hanno improvvisato una conferenza stampa, prima della consegna delle firme, sotto i portici di Palazzo Estense.

Numerose le motivazione che il comitato ha portato per dire no al parcheggio.

“Innanzitutto vogliamo rispondere alla principale accuse che ci lanciano – dice Daniele Zanzi – ovvero perché ci siamo mossi solo adesso. I cittadini non sanno che l’ultimo studio di fattibilità è stato fatto a fine del 2013. Quindi non ci siamo mossi così tardi”.

“I comitati sono fatti da cittadini che stanno fuori dal Palazzo, e vengono a conoscere le cose spesso in ritardo” sottolinea Roberto Gervasini. “Ricordiamo inoltre che in consiglio comunale questo progetto non è ancora passato, solo in commissione, quindi non ha senso dire che siamo in ritardo, ci muoviamo, come nel caso dell’ospedale unico, quando veniamo a conoscenza delle cose”.

“Cinquemila cittadini sono un numero ragguardevole – dice Laura Caruso – il sindaco sostiene siano pochi. Ma gli altri 75.000 cittadini di Varese non sono automaticamente favorevoli al parcheggio. Forse non hanno ancora avuto modo di sapere della nostra raccolta firme. Si decide di abbattere degli alberi con duemila voti online, mentre cinquemila firme contro un parcheggio non vanno bene? Il sindaco consulti i cittadini”.

E Alessandro Ceccoli: “In realtà c’è un’alternativa a questo parcheggio, e ce l’ha in mano l’assessore Fabio Binelli che commissionò lo studio di fattibilità, anni fa, ad uno studio di Bologna, quindi super partes. Il progetto prevedeva il parcheggio in piazzale Montanari o all’imbocco della funicolare. Era il luogo ideale”.

Ceccoli ha poi detto ancora che “i lavori dureranno sicuramente più di un anno, quindi durante tutto il periodo di Expo ci sarà un cantiere aperto a deturpare il paesaggio”. Che secondo Zanzi, anche a lavori finiti, continuerà ad essere esteticamente non idoneo “perché sarà caratterizzato da un muro di mattonelle rosse che interromperà la linea del paesaggio”.

Per non parlare, rimarcano gli altri, “della pericolosità  di un parcheggio in ingresso e in uscita su una curva”.

C’è poi il “rischio che comportano gli scavi. Dicono che l’esplosivo usato è sicuro, eppure hanno previsto una rete di contenimento da 85 chili per ogni metro quadro di roccia. Che certezza hanno di quello che può succedere?”.

E infine, i due alberi che verranno colpiti dal cantiere, ovvero un ippocastano secolare e un pino marittimo, che si dice potrà essere trasferito, ma Zanzi solleva dubbi. Presenti anche Alessandro Maria Vinci, Francesco Migliorini ed Emilio Ghiggini.

Il comitato, oltre a deposita le firme, ha anche redatto una lettera aperta al sindaco Attilio Fontana.

Le richieste sono:

che si revochino le procedure di assegnazione dell’appalto

che siano resi disponibili in toto gli atti riguardanti l’intera vicenda

che si convochi urgentemente la commissione Urbanistica, Ambientale, Lavori pubblici per un franco e aperto dialogo con i cittadini, il comitato e le parti e le associazioni in causa

che venga convocata una seduta del consiglio comunale dove l’argomento sia portato in discussione

Infine, il comitato ha portato i dati relativi all’esproprio dei terreni. “Il costo è di circa 228.000 euro, per circa 1.915 metri quadrati, ovvero 120 euro circa a metro quadro, rispetto ad 80 euro che sarebbe il prezzo normale”.

secondo il comitato “è uno sperpero di denaro pubblico”.

Motivo per cui “stiamo pensando di portare la raccolta firme anche in altre province, a livello regionale. Infatti, dal momento che la Regione cofinanzia il progetto, è interesse di tutti i lombardi evitare che questi soldi vengano spesi”.

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