Mercoledì San Pietroburgo si sveglia in una coltre di nubi, l’aria è ancora frizzante dal temporale della notte precedente ma non desistiamo dal visitare le ultime cose della città. Partiamo alla volta del monastero dedicato ad Alexdr Nevskij, l’ennesimo luogo di culto ortodosso, ricco di icone e di tanta devozione da parte degli abitanti locali; pare infatti che per gli abitanti questo sia invece un luogo molto importante, in cui venerare colui che nel lontano XIV secolo ha condotto alla vittoria il suo popolo di etnia slava contro gli invasori svedesi, riconosciuto quindi come Santo dalla Chiesa Ortodossa.
Limitrofa a tale luogo di culto troviamo la zona cimiteriale, che ricorda i caduti in guerra e importanti figure della cultura russa; qui è doveroso un pensiero allo scrittore Dostoievsky e al compositore Tcaikovsky.
In tarda mattinata uno spruzzo di sole ci consente di ammirare anche il complesso monasteriale di Smolni, che non è visitabile dal momento che il mercoledì alcune strutture religiose della città rimangono chiuse al pubblico. Si prosegue passeggiando di fronte al Palazzo di Tauride, ex casa nobiliare e prima sede della Duma e per sfuggire da un imminente acquazzone si opta per una pausa per rifocillarsi.
Con un po’ di malavoglia dal momento che la città è ormai nei nostri cuori si torna al punto di partenza della nostra esperienza alla corte degli Zar, l’aeroporto Pulkovo, ma non per tornare a casa, bensì alla volta della città che il Soviet volle come capitale.
Subito capiamo che tutto è diverso rispetto San Pietroburgo, rispetto le strade circondate da canali e palazzi neoclassici, ora troviamo larghe strade da una decina di corsie attorniate da grandi palazzoni in perfetto stile bolscevico, e anche orientarsi non è così facile viste le difficoltà per raggiungere il nostro alloggio, data l’ampiezza e la dispersività della città.
Ma è ancora tutto da vedere: senza grandi programmi per domani per l’imbarazzo della scelta tra le molteplici attrazioni che la capitale offre è giunta l’ora di andare a riposarsi per ricaricare le batterie in vista delle prossime giornate.
Luca Folegani