La Guardia di Finanza di Siracusa, nella mattinata odierna, ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 11 soggetti, alcuni attinti per associazione a delinquere finalizzata all’indebito utilizzo di carte di credito clonate, altri per uso indebito delle carte di credito. Sono state eseguite perquisizioni in 16 province.
L’operazione rappresenta l’esito di complesse indagini, coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica di Siracusa, Dott. Francesco Paolo Giordano, delegate all’Aliquota della G.d.F. della Sezione di p.g., nonché alla Compagnia aretusea dal Sostituto Procuratore Davide Lucignani, e nel loro sviluppo hanno visto impegnato anche personale del Nucleo di Polizia Tributaria.
L’indagine, che ha origine a Siracusa, riguarda una complessa vicenda di riciclaggio di assegni e di truffe a società finanziarie ed istituti di credito della provincia aretusea. L’attività investigativa ha permesso di individuare una presunta associazione a delinquere composta da 11 soggetti operanti su tutto il territorio nazionale (Siracusa, Catania, Roma, Ravenna, Reggio Emilia, Milano, Monza – Brianza e Varese).
Il G.I.P. Dott. Giuseppe Tripi ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali, consistite in quattro misura di custodia in carcere, quattro arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla p.g., in totale 11 misure coercitive.
Il presunto promotore e l’organizzatore dell’associazione è risultato D. N. L., già sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora che fissa per necessità la base operativa a Siracusa: aveva il compito di contattare soggetti, di riunirli e di organizzare movimenti e compiti.
Gli investigatori delle fiamme gialle sono riusciti a ricostruire i compiti che ciascun componente dell’organizzazione avrebbe svolto:
• il centro per la gestione informatica con sede in Catania, era assicurata da M. A. A., sottoposto alla custodia in carcere. Aveva il compito di decriptare i codici acquisiti illecitamente delle carte degli ignari possessori, attraverso un’apparecchiatura posizionata sui P.O.S. di commercianti compiacenti;
• un gruppo di soggetti con il ruolo di procacciare nel nord Italia titolari di esercizi commerciali presso cui utilizzare le carte clonate: T. G. siracusano, sottoposto alla custodia in carcere; R. L.calabrese domiciliato in Lentate sul Seveso (MB), sottoposto agli arresti domiciliari; S. L. pugliese residente a Milano (già coinvolto nel procedimento relativo alla tentata estorsione ai danni dei familiari di Mike Bongiorno dopo il trafugamento della salma), sottoposto all’obbligo di presentazione alla p.g.; o L. F. catanese, sottoposto all’obbligo di presentazione alla p.g; C. E. italo tedesco residente a Reggio Emilia, sottoposto agli arresti domiciliari;
• un gruppo di tecnici con incarichi definiti: o S. V. sottoposto alla custodia in carcere; S. C. sottoposto agli arresti domiciliari, padre e figlio catanesi, addetti all’inserimento dei codici sulle carte ed anche all’effettuazione delle “strisciate” dopo aver contattato gli esercenti compiacenti; S. A. palermitano e titolare di un residence a Gerenzano (VA), responsabile della logistica, sottoposto all’obbligo di presentazione alla p.g.;
• una serie di soggetti titolari di esercizi compiacenti: o B. D. milanese imprenditore titolare di una importante concessionaria di auto motonautica nonché patron del “Lecco Calcio 1992” (solo in due differenti strisciate ha fatto girare la somma di 140.000 euro), sottoposto agli arresti domiciliari.
Le modalità operative utilizzate dall’organizzazione consistevano nell’acquisizione illecita dei codici attraverso apparecchiature installate sui POS di commercianti compiacenti, nonché nell’inserimento dei numeri di codice, su una nuova carta al fine di nuovo utilizzo apparentemente lecito, nella ricerca di esercizi commerciali compiacenti, per strisciare le carte nel relativo POS ed ottenere la disponibilità di ingenti somme sui conti correnti legati al POS. Alla fine, veniva monetizzata la “strisciata”, tramite il titolare del negozio che si recava in banca a prelevare, dividendo il ricavato secondo percentuali stabilite (circa il 50 %).
Gli arresti e le perquisizioni sono stati eseguiti dai Reparti della Guardia di Finanza della Sicilia (Siracusa e Catania), della Lombardia (Milano, Bergamo, Brescia, Como, Monza – Brianza e Varese,), del Piemonte (Torino) dell’Emilia Romagna (Bologna, Parma, Ravenna e Reggio Emilia), del Lazio (Roma), della Basilicata (Matera) e della Puglia (Lecce).
Il Dott. Francesco Paolo Giordano ha dichiarato che questo risultato costituisce l’avvio di ulteriori investigazioni di riscontro e sviluppo dei temi di indagine già attenzionati, che costituiscono il tessuto probatorio già consolidato mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, osservazioni e pedinamenti, monitoraggio tramite GPS, indagini patrimoniali e bancarie, con l’uso di tecnologie informatiche.