Auto di servizio all’asta, il Comune vende un Fiat Doblò. E incassa 50 centesimi di euro

Una vendita che non ha portato i frutti sperati per il Comune di Malnate, che dopo due aste deserte, e un aggravio delle condizioni del mezzo, è riuscito a piazzarlo per soli venti euro. Da dividere tra circa quaranta comuni. Il sindaco difende i tecnici. Il centrodestra chiede chiarezza

22 Maggio 2014
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Foto repertio (da Wikipedia)

Come asta, probabilmente, passerà alla storia. Perché acquistare un Fiat Doblò, per quanto malridotto e vecchio, per la cifra di venti euro, non è per niente male.

Del resto, il mezzo ha raggiunto quasi i duecentomila chilometri, è del 2004 e, dopo che la prima asta era andata deserta, ha visto pure peggiorare la sua situazione: non appena è stato messo in moto, il tempo di percorrere qualche centinaio di metri, e la cinghia di distribuzione si è rotta.

Il problema è però “politico”, perché il mezzo era fino a poco tempo fa di proprietà del Comune di Malnate, che seguendo le direttive del governo Renzi ha iniziato a mettere all’asta le auto di servizio non più utilizzate.

Con il Fiat Doblò è andata piuttosto male. E il risultato è che il mezzo, venduto alla terza asta per soli 20 euro (era a offerta libera), porterà alle casse del Comune appena 50 centesimi, dal momento che l’incasso dovrà essere suddiviso tra circa 40 comuni, i quali usufruivano della funzione (quando era ancora utilizzato) del Doblò. Quella di trasporto libri del sistema bibliotecario.

Insomma, un incasso di 50 centesimi per il Comune che vende un’auto di servizio è già una notizia di quelle che hanno risonanza nazionale. Se a questo aggiungiamo che un potenziale acquirente, che non è riuscito a partecipare alla terza asta perché è durata troppo poco, avrebbe offerto prima 200 e poi rilanciato fino a 300 euro, c’è una bella polemica che si profila all’orizzonte. E che il centrodestra, che a Malnate è all’opposizione, non si lasci sfuggire.

Ma procediamo con ordine.
La notizia viene lanciata dall’Espresso online, che dedica un ampio servizio.
La prima asta, mesi fa, va deserta. Il prezzo di partenza è duemila euro. L’amministrazione apre un nuovo bando, abbassando la base a 1.500 euro. Nel frattempo, i tecnici decidono di portare il Doblò al vicino autolavaggio, rispetto alla rimessa dove si trovava, per migliorarne le condizioni estetiche. Il luogo dista 400 metri. Il Doblò ha circa 192.000 chilometri, ed è stato immatricolato nel 2004. Insomma, la cinghia si rompe e viene contattata un’autofficina.
A questo punto il bando in essere, che sarebbe scaduto il 5 maggio, viene revocato. E ne viene indetto uno nuovo, a offerta libera, che parte il 14 aprile e scade il 23 a mezzogiorno. È periodo di festività, quindi di fatto rimane aperto sei giorni lavorativi.

Ad aggiudicarselo è l’autofficina che era intervenuta il giorno del guasto.

A contestare il nuovo bando è un potenziale acquirente, che adesso ha ipotizzato un ricorso contro il Comune per chiedere la sospensione del nuovo bando, dal momento che non avrebbe avuto un’adeguata pubblicità, si legge sempre nell’articolo dell’Espresso.

Il potenziale compratore avrebbe anche rilanciato, offrendo 300 euro, 15 volte più della somma pattuita.

Il sindaco Samuele Astuti (Pd) difende l’operato dei tecnici comunali. “Certo la cifra che ci arriverà è irrisoria – dice – purtroppo dobbiamo guarda in faccia alla realtà. Il veicolo era vecchio, di quasi dieci anni e con quasi duecentomila chilometri. Abbiamo provato a massimizzare il risultato con la prima asta, ed è andata deserta. Durante la seconda è successo l’imprevisto, con la rottura della cinghia. A quel punto il Comune avrebbe dovuto farsi carico delle onerose riparazioni di un mezzo che rischiava di rimanere invenduto. E poi ci sarebbe stato il bollo da pagare. O in alternativa le spese di rottamazione. In questo modo, con la terza asta, abbiamo evitato di dover finire a pagare anziché guadagnare”.

Secondo l’opposizione di centrodestra, tuttavia, occorre fa chiarezza sulla vicenda e soprattutto sui tempi del terzo bando.
“Ci sono decisamente delle stranezze in quello che è successo – commenta il portavoce cittadino del Pdl Luca Rimoldi – innanzitutto vogliamo capire come mai il terzo bando sia rimasto aperto per soli sei giorni lavorativi. Decisamente un tempo ridotto per ottimizzare il possibile risultato della vendita”. E Rimoldi sottolinea come sia “abbastanza surreale che l’auto si sia rotta nei pochi metri che ha percorso. Insomma, occorre un po’ di chiarezza, visto che il Comune ha perso l’opportunità di guadagnare 15 volte tanto, visto che un acquirente ha offerto 300 euro.
E di questo è l’amministrazione, cui spetta la guida politica, che deve rispondere. Vista anche la figuraccia mediatica che abbiamo fatto a livello nazionale”.

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