Arcisate-Stabio: “La ferrovia non lascia ma forse raddoppierà”

Un lettore rinnova le proprie riflessioni sul destino dell’Arcisate-Stabio e sulle problematiche che stanno accompagnando quest’opera. Soprattutto il degrado che vivono i cittadini dei Comuni che subiscono il cantiere

26 Gennaio 2015
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Disagiopera

Gentile direttore,
alla luce dell’ulteriore rinvio con fermo dei lavori fino all’estate prossima, rinnovo una mia riflessione riguardo la stazione fantasma di Arcisate dove è comparso un bel laghetto nel punto più basso dello scavo, sempre in attesa delle cementificazioni; però da un lato abbiamo le trivellazioni e i piloni ma da quella parte, probabilmente non prevedendo uno stallo del genere nei lavori o per negligenza, è rimasto un baratro piuttosto repentino di sabbia ghiaiosa che con i dilavamenti delle intemperie e il gelo a fare da martinetto, potrebbe anche franare, trovandoci “a pochi cm” da marciapiede e strada trafficata.
Lo stesso dicasi per altre realtà quasi irreali che si son presentate, ad esempio alla gemella stazione di Induno dove invece hanno giustamente provveduto con apposito telone e che pure sarà pronta finendo i due binari ma di cui non si parla più del pur ventilato raddoppio a completamento fino a Varese; fra l’altro ho notato le rampe oblique realizzate oltre un secolo fa ripianando alti e bassi, forse avanzando direttamente man mano stile far west non essendoci tanti camion disponibili ed ho dedotto che con due muri verticali, che obbligatoriamente garantiranno adeguati sostegni e ripari, salterebbe fuori automaticamente appunto lo spazio utile per il raddoppio.

Chissà se ci hanno pensato, io credo di si ma non l’hanno ancora detto e si sa che prima di parlare bisognerebbe fare il possibile per collegare il cervello che se non sintonizzato sul digitale ricerca un analogico ormai antiquato, o sparito, perdendo solo tempo in troppe chiacchiere o mutismi assoluti che vanno aboliti e schiariti; anche se ormai i migliori intendimenti appaiono purtroppo falliti e le suddette “varianti” comporteranno cifre non indifferenti, compreso il ponte sull’Olona, nonché tempistiche espanse a più del doppio, forse al prossimo “Expo 2023” o eventuali Olimpiadi 2020.

Sulla via Arno, la cui mezzeria segna il confine fra i due “paesotti”, verrà realizzato un ottimo e utile cavalcavia per collegamento diretto con la via Campi Maggiori; il collettore di gronda è stato proprio lì “Bypassato” ma poi sarà spezzato nella trincea, raccogliendo “solo le fiumarelle” della montagna vicina,  ricollegandosi in unico efflusso in zona Luscino-Baranzello direzione Bevera.
Comunque speriamo che tutto proceda per il meglio e le prerogative un po’ nefaste siano smentibili, perché un’alternativa peggiore non sarebbe immaginabile; come del resto non lo era nemmeno la situazione che si è venuta a creare, visibile nelle allegate foto illustrative, per cui restiamo almeno partecipi come sentinelle, imponendoci l’allerta.
Allego reportage, grazie dell’attenzione e buona giornata.

Valter Abele Zaccuri

FOTO

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