Una serata di riflessione, organizzata dal CAI, per parlare del rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale della montagna è al centro dell’incontro. Relatore dell’incontro il Prof. Fabio Minazzi, ordinario di filosofia teoretica all’Università degli Studi dell’Insubria e socio CAI. Ingresso libero.
Si colloca nell’ambito delle serate del CAI e tra le iniziative correlate alla mostra I Predatori del Microcosmo. Zanne, corazze e veleni: le strategie di sopravvivenza degli animali, promossa dall’Università degli Studi dell’Insubria e dal Comune di Varese.
Una riflessione contemporanea sul rapporto tra uomo, natura e montagna impone di sottolineare non solo la necessità di difendere la biodiversità dei nostri stessi ambienti territoriali e di vita, ma anche l’opportunità di saper ripensare criticamente il nostro stesso rapporto con la natura di cui facciamo parte organica. La classica tradizione antropocentrica, che ha forgiato buona parte della storia occidentale, mostra infatti tutti i suoi limiti, proprio se si riflette sul nostro rapporto, diretto e vitale, con il mondo naturale, rimuovendo la pretesa superiorità ed eccezionalità dell’uomo nell’ambito della vita sul nostro pianeta. Il che non vuol dire solo ripartire dalla terra, ma vuole anche dire sapersi interrogare su quale agricoltura vogliamo, onde poter garantire «un ritorno… al futuro della terra».
Il che implica una seria considerazione della biodiversità, considerando, in particolare, la montagna stessa come un prezioso e straordinario scrigno di biodiversità che deve essere salvaguardato e trasformato in un motore intelligente per praticare una nuova agricoltura, finalizzata alla tutela del territorio, all’incremento della biodiversità locale, alla creazione di una nuova rete commerciale che sappia sempre intrecciarsi con connesse attività educative, come quelle perseguite con successo dal progetto Giovani Pensatori, promosso nelle scuole di tutti gli ordini della Provincia di Varese. Il rapporto tra uomo, natura e montagna finisce così per costituire un ambito di riferimento critico privilegiato, grazie al quale si vorrebbe appunto favorire la genesi di un nuovo paradigma di riferimento onde poter ripensare il nostro stesso modo di vivere e anche di percepire il territorio in cui viviamo, avendo peraltro presente l’ambito globale nel quale anche il nostro mondo, inevitabilmente, si colloca.
Ingresso libero