Varese, è tra le prime province per export manifatturiero in Russia

Varese è la quarta provincia in Italia a esportare il made in Italy con destinazione Mosca. A Gallarate un incontro di approfondimento sulle sanzioni europee e russe, organizzato dall’Unione Industriali

30 Ottobre 2014
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Operare con la Federazione Russa: sanzioni europee e contro-sanzioni russe, è il titolo dell’incontro tenutosi nella sede dell’Unione Industriali di Gallarate. Argomento è l’aumento significativo dello scambio commerciale tra Russia e Varesotto, che si posiziona subito dopo Milano, Vicenza e Bologna.

La Russia rappresenta un mercato cruciale per il “made in Italy”, a titolo di esempio nel 2013 Mosca è stato il settimo mercato per la filiera italiana del tessile-abbigliamento-pelli-calzature  con 2,3 miliardi di euro esportati e il quinto per la meccanica con 2,9 miliardi. Sempre nel 2013 l’Italia ha esportato in Russia 612 milioni di euro di alimentari e vini, 840 milioni di mezzi di trasporto, 582 milioni di prodotti chimici. E Varese? L’interscambio commerciale tra Russia e il Varesotto, negli ultimi anni, ha registrato un incremento significativo, si è passati dai 196,56 milioni di euro del 2008, ai 392,38 milioni di euro del 2013 con un incremento del 99.62% . Un trend che ha fatto di Varese uno dei principali territori per export nei confronti del mercato russo. Piazzandosi tra le 16 province italiane che superano il valore di 100 milioni di euro di esportazioni. Per esattezza si tratta del quarto posto subito dopo Milano, Vicenza e Bologna. E subito prima di Treviso e Reggio Emilia. La fotografia è stata scattata nella sede di Gallarate dell’Unione Industriali con un incontro dal titolo “Operare con la Federazione Russa: sanzioni europee e contro-sanzioni russe” cheha permesso all’ottantina di imprese presenti di approfondire le conseguenze dell’apparato sanzionatorio attivato dall’Unione Europea, che va a limitare l’erogazione di alcuni prodotti e servizi, tra cui i beni di armamento, i beni a duplice uso se destinati ad un uso militare in Russia o ad alcuni soggetti colpiti da embargo, alcuni beni del settore petrolifero e alcuni servizi tecnici e di intermediazioni finanziaria. Nel corso dell’incontro sono state inoltre illustrate le contro sanzioni del Governo Russo che colpiscono l’importazione nella Federazione Russa di beni agroalimentari comunitari, di beni dei settori tessile, calzaturiero e pelletteria, (se destinati al “public procurement”) e l’esportazione verso la UE di prodotti di pelle e pelletteria russi.

Massimo Fabio di KPMG International ha voluto dare un messaggio rassicurante al sistema produttivo locale: “Le sanzioni europee applicate alla Federazione Russa, e le controsanzioni da questa imposte ai prodotti comunitari rappresentano restrizioni che in realtà non inficiano effettivamente, se non in casi circoscritti, l’interscambio commerciale tra le due aree”. Il calo che si registra sul fronte dell’export, anche a livello locale, è dunque dovuto più ad una crisi di fiducia nei confronti dell’area e del suo mercato. Risultato di questa situazione: la Provincia di Varese  ha fatto registrare una contrazione delle esportazioni verso la Federazione Russa del 51,0% nei primi sei mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. Un dato, però, ancora parziale che fotografa una situazione in divenire e che, secondo le attese, migliorerà nella seconda parte dell’anno. Tra i primi comparti dell’export della Provincia di Varese che hanno risentito della crisi ci sono la vendita di macchinari ed apparecchi che ha registrato un calo del 29,7%, quello dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori con un decremento del 4,1%, le sostanze e prodotti chimici con un meno 20,1% e i mezzi di trasporto che hanno toccato il meno 87,4% rispetto allo stesso periodo del 2013, in cui si era, però, registrato un picco particolarmente significativo. Solo la vendita di apparecchi elettrici ha messo a segno un dato positivo con un + 65% del primo semestre del 2014, rispetto allo stesso periodo del 2013. Massimo Fabio, di KPMG International, ha ribadito che “secondo i dati russi, in seguito alle misure restrittive applicate dalla Russia nei confronti, tra gli altri, dell’Italia è possibile stimare in circa 100 milioni di euro, l’impatto negativo sull’export italiano, cifra che potrebbe raggiungere i 250 milioni di euro per il 2015. Sempre secondo i dati delle Dogane Russe, nel 2013 sono stati importati in Russia generi alimentari dall’Italia per un totale di 1 miliardo di euro, mentre le attuali misure restrittive porteranno a circa 200 milioni di euro”.

 

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