Prosegue a pieno ritmo “Gocce 2015”. Ad una settimana dallo straordinario successo di Marco Baliani e del suo Kohlhaas siamo lieti ed onorati di regalare alla nostra città, il 26 marzo, uno tra gli spettacoli più intensi ed importanti del nuovo teatro dell’ultimo decennio: “Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria“, una produzione della compagnia Scena Verticale di e con Saverio La Ruina. Il racconto dell’ennesimo caso di sopraffazione familiare perpetuata ai danni di una donna.
Uno spettacolo, ed un attore, pluripremiati con il prestigiosissimo Premio UBU 2004 “Migliore attore” e “Migliore novità italiana”, “Miglior interprete di monologo” e con il PremioUBU 2007, ancora “Migliore attore” e “Migliore novità italiana”.
Ma non è tutto.
In occasione dell’ospitalità dello spettacolo “Va Pensiero che io ancora ti copro le spalle”, produzione di Scena Verticale e di e con Dario de Luca, al Teatro Filodrammatici, di Milano dal 24 al 29 marzo.
Ragtime e Teatro Filodrammatici propongono una promozione speciale: chi assisterà a “Dissonorata” potrà assistere a “Va pensiero…”, e viceversa, al biglietto massimo ridotto di 10 €.
La trama
La vicenda narrata dallo spettacolo è quella dell’ennesimo caso di sopraffazione familiare perpetuata ai danni di una donna. Cresciuta in un paese della Calabria del dopoguerra, costretta a rimanere “zitellona” fino a quando la sorella maggiore trovi marito, Pasqualina cede alle pressioni del suo pretendente; incinta e abbandonata, è condannata dal clan familiare che cospargendola di petrolio tenta di bruciarla, epilogo estremo di una tradizione culturale che non riconosce la dignità femminile.
A dare voce ai ricordi della dissonorata narratrice è l’ottimo Saverio La Ruina. Una maglia che copre le braccia fino al gomito, una vestina da casalinga lunga fin sotto il ginocchio indossata sopra i pantaloni, le calze sotto i sandali, rimanendo seduto per l’intera durata dello spettacolo, questo attore riesce a riempire l’intero palco vuoto della sua presenza. Parla un calabrese stretto stretto che incanta per la sua musicalità, rinforzata dalle flessioni che l’attore le impone colorendo di femminilità il suo timbro, senza mai forzare e caricare eccessivamente. Il ritmo serrato con cui si susseguono le parole è interrotto solo dagli interventi musicali di Gianfranco De Franco, che scandiscono in capitoli il racconto.
Per quanto la parola sia preponderante, colpisce l’estrema padronanza del gesto che impone all’attore di rimanere seduto, composto, esprimendo in questo modo la pudicizia, la rassegnazione, la goffaggine dovuta all’inesperienza del personaggio, delegando il movimento a una “danza” delle mani, dei piedi, delle spalle, della testa, studiata, precisa, particolarmente efficace anche nel delineare la figura del seduttore. In certi momenti ci si scorda che a parlare sia un uomo, ma poi gli spunti ironici, che non abbandonano mai il racconto della tragica vicenda, fanno riemergere il punto di vista dell’attore, uno sguardo distaccato e tuttavia tenero e rispettoso verso il personaggio interpretato. Proprio questa commistione di ironia e dolcezza è l’elemento di forza del testo, scritto e diretto dallo stesso interprete, che sul finale si apre al mito e con esso alla speranza: nella notte di Natale la ragazza partorisce un figlio che chiamerà Saverio, lo stesso nome dell’autore.
Biglietti: intero 15 euro/ convenzioni generiche 12 euro, studenti 10 euro
Per informazioni e prenotazioni: arciragtime@gmail.com 334 2692612 www.arciragtime.it