Gocce 2017: 4 maggio spettacolo De Revolutionibus

Lo spettacolo De Revolutionibus. Sulla miseria del genere umano, ​della Compagnia ​Carullo-Minasi,​ che porterà in scena due deliziose ​Operette Morali​ di ​Giacomo Leopardi.

24 Aprile 2017
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Giovedì 4 maggio 2017, ore 21 – Cinema Teatro Nuovo in Viale dei Mille 39 a Varese
La compagnia Carullo-Minasi presenta “DE REVOLUTIONIBUS. SULLA MISERA DEL GENERE UMANO”, da due Operette Morali di Giacomo Leopardi: Il Copernico e Galantuomo e Mondo

Spettacolo Vincitore Teatri del Sacro 2015 di e con Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi

Il Copernico – operetta infelice e per questo morale: con la sua “Operetta”, nelle insolite vesti di Drammaturgo-Demiurgo, Leopardi ricostruisce l’Ordine dell’Universo, ben drammatizzando intorno allo sbriciolamento dell’orgoglio umano, ormai da ritenersi infondato dinnanzi a Sua Eccellenza Sole, stufa di girare intorno “ad un granellino di sabbia” per far luce a “quattro animaluzzi”. Il genere umano, così, scacciato dal centro dell’universo e spostato con la sua piccola sfera alla periferia del sistema solare assiste, cosciente, alla propria “Apocalisse”. A voce d’un inerme Copernico, si profetizzano e stigmatizzano le miserie d’un re spodestato: l’uomo. Operetta infelice e, per questo, morale intorno alla possibile rivoluzione del nuovo mirare dell’uomo nella profondità della propria miseria. Così dalla minuscola e misera Terra si precipita verso il baratro delle non conosciute Luminose Meraviglie, nell’infinito buio dipinto di stelle, nella profondità e nell’abisso di ciò che rimane una speranza, l’esser parte di un’ Infinita Meraviglia: il Creato.
“Niuna cosa maggiormente dimostra la grandezza e la potenza dell’umano intelletto che il potere
l’uomo comprendere e fortemente sentire la sua piccolezza” (Zibaldone).

Galantuomo e Mondo – operetta immorale e per questo felice: con la moderna e sfrenata “civilizzazione”, cioè con il sopravvento del raziocinio sul sentimento e della tecnica sullo spirito, il Mondo è divenuto nemico d’ogni virtù. Nel dialogo leopardiano, il “Mondo” spiega all’ingenuo Galantuomo, il quale ha sempre coltivato la virtù e frequentato la bottega della Natura e della Poesia, come ci si deve comportare se si vuole servirlo con successo. In tempi di progresso, lì dove il Mondo “non può far altro che camminare a ritroso”, l’uomo deve appigliarsi a “tutto il contrario di ciò che gli parrebbe naturale, compiendo ogni rovescio” e divenendo così “penitente di ogni virtù”. Il Mondo, travestito da Signorina Civiltà tutta vizi e capricci, divorato ogni fondale di immaginazione in cui potere sperare di precipitare, definisce gli estremi d’ un freddo quadro di miseria, dove “tutti gli uomini sono come tante uova”, dove è proibito ogni segno di vera vita.

Qui la rivoluzione procede al contrario e diventa involuzione. In uno scherzo d’impazienza e rassegnazione, Leopardi “conscio che gli uomini non si contenteranno di tenersi per quello che sono, andando sempre raziocinando a rovescio” presenta la loro Operetta immorale e, per questo, miseramente “felice”.

Biglietti: Intero, 15 € – Ridotto, 12 € – Studenti, 10 €

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