Varese “capitale delle salamelle”

Un’analisi, firmata da Alessandro Ceccoli, tra i fondatori di Varese2.0, sulla situazione in cui si trova la nostra città. Dalla politica e dall’azione amministrativa dei partiti che governano Varese, alle occasioni perse per la città

23 Giugno 2014
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Ceccoli

Ovviamente niente da dire contro le salamelle, i mercatini o le feste locali, ma quando queste diventano il principale progetto politico di un’Amministrazione comunale, qualche perplessità sorge; e il sentimento si va ancor più rafforzando quando si passano in rassegna le scelte d’investimento. L’ultimo esempio – non volendo considerare l’assurdo/incomprensibile acquisto della Caserma di piazza Repubblica – è rappresentato dalla pasticciata strategia di rilancio del Sacro Monte.

Non contenta della costruzione di una sottoutilizzata funicolare fonte di perdite, costata ai contribuenti 6 milioni di euro, l’amministrazione comunale varesina si esibisce in una nuova prova d’incapacità portando avanti, contro il parere di buona parte della cittadinanza preoccupata per l’habitat, un rischioso progetto di parcheggio in prossimità della Prima Cappella, investendo cifre faraoniche.
Sembra di assistere a una tragedia del teatro dell’assurdo di Eugène Ionesco; dove si predilige un’alogica non conseguente successione degli eventi alla costruzione di un progetto ben articolato.

Mentre nella rappresentazione di una tragedia teatrale si può vivere anche di solo emozioni, quando si affrontano i bisogni delle persone si ha l’obbligo di essere concreti e pertinenti; è questo non è il caso della maggioranza che amministra Varese.
In realtà un filo conduttore, trasversale anche a qualche forza d’opposizione, sembra esserci: quello degli interessi immobiliari. Compra vendita di terreni, spazi ex industriali da ricollocare, finanziamenti da trovare e condividere.
Del nostro territorio ricco di capacità imprenditoriali – Aermacchi, Bassani, Cagiva, Malerba, Cobra, eccetera -, è rimasto ben poco.   Per fortuna l’ingresso di qualche gruppo straniero – come nel caso della Bassani, Ignis, eccetera, con buona pace per il localismo di facciata della Lega, è servito a salvare in parte produzione e occupazione.

È notizia di questi giorni dell’Opa di Vodafone su Cobra che potrebbe essere, dimenticando un po’ le salamelle e la bosinità, un’ottima opportunità d’approfondimento per l’amministrazione. Ovviamente bisognerebbe scendere dallo scranno nobile dei politici da onorare e ossequiare e parlare con la dirigenza Cobra di business, investimenti e occupazione.
Sono tante le cose che si potrebbero fare per la nostra città: lavorare sulle innovazioni, sull’ecosostenibilità e qualità della vita, sulla cultura, abbandonando la mentalità dell’occupazione politica, del saccheggio, dei favoritismi, per creare ricchezza e benessere, ma ciò risulta difficile fino a quando esprimeremo una classe dirigente incompetente, incapace, ostaggio di misere beghe da palazzinari.

Alessandro Ceccoli
#Vareseduepuntozero

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