Varese, apre Mediterranée mostra fotografica di Léonard Gianadda

Sabato 15 novembre presso la sede di Varese Vive alle 11.00 il vernissage della mostra che sarà aperta fino al 15 dicembre. All’inaugurazione sarà presente l’artista

13 Novembre 2014
Guarda anche: Cultura Musica SpettacoloVarese Città
giannada mostra

Mediterranée la mostra fotografica di Léonard Gianadda: dal Museo Puskin di Mosca a Varese, è promossa dall’Associazione Varese Vive in collaborazione con Nicoletta Romano, Direttore della rivista Living. Jean-Henri Papilloud e Sophia Cantinotti sono i curatori della mostra, che vuole essere un omaggio ai popoli del mare.

L’evento promosso da Varese Vive con la collaborazione di Living è una rassegna fotografica intitolata Mediterranée: un’ampia e particolarissima esposizione di 90  immagini in bianco e nero, realizzate in un’epoca in cui la severità della pellicola non permetteva malversazioni della verità o modifiche con il computer. Curatori della mostra sono Jean-Henri Papilloud, colui che scoprì le fotografie celate in cartoni dimenticati, e Sophia Cantinotti.

ll vernissage  della mostra avrà luogo il 15 novembre nella sede di Varesevive, via San Francesco 26 alle ore 11 con la presenza eccezionale di Léonard Gianadda, Accademico di Francia.

Un evento di grande richiamo per la città di Varese voluta e organizzata dall’Associazione Varesevive in collaborazione con Nicoletta Romano, Direttore della rivista Living is Life. “Sono grato a Nicoletta Romano che grazie alla sua amicizia con l’artista e mecenate Léonard Gianadda, è riuscita a portare questo personaggio di statura internazionale nella nostra città”, dichiara Giuseppe Redaelli Presidente di Varesevive, collaudata Associazione volta ad animare il panorama culturale cittadino con eventi di alto livello. La mostra, che si pregia del patrocinio del Comune di Varese, del CCR di Ispra, della Fondazione Comunitaria del Varesotto e della Fondazione Gianadda nonché di Living, resterà a Varese fino al 15 dicembre prossimo.

Léonard Giannada il fotoreporter

Offrendo al pubblico gli scatti effettuati da Léonard Gianadda fra il 1952 e il 1960  la cultura varesina centra un ragguardevole bersaglio. Un omaggio ai popoli di un mare che ha occupato nella storia un posto eccezionale in quanto culla dell’umanità e che ha visto, attorno alle sue rive, il succedersi di più civiltà e imperi come nessun’altra regione del pianeta. Argomento ridivenuto di grande attualità in quanto porta verso la libertà per le genti ritratte dall’obiettivo di Gianadda, “Mediterraneo”  si rivela una splendida testimonianza di quegli anni. Gli scatti giovanili di Gianadda, nella loro aristotelica bellezza sovente malinconica, evocano l’introspezione di Cartier Bresson, ma anche di Albert Camus per la letteratura, di Michelangelo Antonioni per la cinematografia, di Pier Paolo Pasolini per la poesia e Sam Szafran per la pittura. Il suo sentire sposa perfettamente l’affermazione di Marcel Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere dei nuovi occhi.” Comunicando autenticità, le sue fotografie indirizzano l’osservatore in un coinvolgente percorso nel tempo: immagini che, rinnovando la memoria, non permettono differenti punti di vista sull’identità dei popoli mediterranei e sui loro patrimoni culturali. Un fotografo si può definire un’artista quando riesce, iniziando già dalla scelta dei soggetti e senza futili caravaggismi precostituiti, a esprimere una personalità di incontestabile creatività nell’afferrare e proporre, con degli angoli di visione solo suoi, l’essenza delle realtà che lo coinvolgono. Il suo è un seducente virtuosismo capace di svelare immagini che ammagliano e inducono in una specifica meraviglia contemplativa. Un’assonanza di sorpresa e stupore che fa superare il conosciuto e provoca un effetto di nuova interpretazione. Nell’operatività di un fotoreporter  il carattere e le virtù creative si esprimono in situazioni  più reattive e complesse. Per affermare compiutamente il proprio talento l’autore deve saper comunicare catturando verità, sempre autentiche e coinvolgenti, divenendone un percettivo interprete nonostante l’immediatezza dei suoi scatti.

Léonard Gianadda il mecenate

Nel bagaglio giovanile di Gianadda le due componenti artistiche e professionali, sommate all’internazionalità dell’humus culturale e alla trasparenza del pensiero, si amalgamano perfettamente: i suoi sguardi in bianco e nero  lasciano intravedere le radici che lo avrebbero indotto a trasformarsi in un mecenate. La Fondazione, da lui creata nel novembre 1978 nel giorno in cui il fratello Pierre avrebbe compiuto 40 anni e alla cui memoria è dedicata, ha fatto di Martigny un polo d’arte e cultura internazionale che attira milioni di visitatori. Mostre di grande richiamo si susseguono, da Diego Rivera e Frida Kahlo a Gauguin, da Kandinsky a Picasso, da Rodin a Magritte. Il parco delle Sculture che circonda l’edificio comprende opere dei più celebri artisti fra cui: Rodin, Dubuffet, Mirò, Chagall, César, Moore, Ernst, Niki de Saint-Phalle. Una realtà continentale che ha elevato questo grande personaggio svizzero d’origini italiane fino all’Accademia di Francia di cui è membro dal 2001. Léonard Gianadda, l’uomo Folgorante ascesa per questo figlio di emigranti piemontesi originari di Cuneo. Suo nonno raggiunse Martigny attraversando il Sempione a piedi e riuscendo a creare un impero a livello immobiliare che tuttora si perpetua con grande successo. Il suo talento fotografico si rivelerà nell’Anno Santo 1950, quando la famiglia intraprende un viaggio in Italia. Nato nel 1935, nel corso degli anni giovanili Gianadda sarà fotoreporter per una testata svizzera. Questo tesoro fotografico verrà riscoperto, quasi per caso, da Jean-Henry Papilloud oggi curatore della mostra, che trovò le pellicole in annosi scatoloni dimenticati negli uffici di Léonard Gianadda. Personaggio intriso di grande umanità, accanto alla Fondazione ha creato l’Annette e Léonard Gianadda Foundation, un edificio a carattere sociale per anziani per i quali si prende carico anche delle cure mediche.

Info: tel. 0332 287292 – 338 6940816 varesevive@gmail.com

Tag:

Leggi anche:

  • Varese, Festa e Falò di Sant’Antonio

    La Festa di Sant’Antonio nasce come ricorrenza religiosa in onore di Sant’Antonio Abate, eremita egiziano, patrono degli animali domestici e di tutti coloro che lavorano il fuoco. Una celebrazione molto vicina, in programma il 16 e il 17 gennaio a Varese. Come ogni anno, l’organizzazione