
Si chiude in bellezza la rassegna di teatro Off con uno spettacolo di maschere mute. Per parlare di una tematica centrale di questi ultimi decenni, si è scelto di utilizzare un linguaggio innovativo, che possiede una comunicatività disarmante.
Quando oggi si ascolta una discussione sul cibo, si sente parlare di processi industriali, di etica del consumo, di salute e non solo: bellezza, diete, 3 per 2, sprechi, turismo, cultura, rispetto del territorio, produzione diretta. Ma sullo sfondo di tutte queste argomentazioni, resta qualcosa di difficilmente teorizzabile anche se assolutamente reale, qualcosa di poetico: l’essere umano.
L’uomo è legato al cibo da un rapporto di necessità e quando siamo di fronte a una cosa così basilare, dove i nostri bisogni naturali si incrociano con gli affetti e i riti sociali, la nostra umanità, buffa e poetica allo stesso tempo, si rivela nella sua tragicomica verità, nei suoi impulsi incontrollabili, nei suoi sentimenti di odio e amore per la vita.
In una sequenza di situazioni e momenti quotidiani legati al cibo, lo spettacolo passa anche per situazioni surreali che mettono in mostra il continuo conflitto tra le dimensioni del bello, del buono, del desiderio e del bisogno per scoprire e far risaltare i vissuti che ci abitano quando stiamo di fronte al cibo. E come diceva un certo saggi la vita è troppo breve per essere timidi nei buffet!
È un progetto di Stefano Beghi, Serena Crocco, Nicolò Mazzotti, musiche e suoni di Flavia Ripa, maschere di Monica Giordano, Luca Galli e Massimo Peduzzi. Produzione KarakorumTeatro con la collaborazione artistica di Ostellomarnié.
A seguire la compagnia farà una breve presentazione e spiegazione delle maschere che verranno portate in scena con la possibilità per il pubblico di provare a capire cosa sta dietro a un lavoro che appare così misterioso!
Per informazioni e prenotazioni: www.teatrosantuccio.it