Il Taser torna nelle tasche delle guardie del corpo, nonostante la decisione presa anni fa dell’ONU che ne vietava l’uso perchè considerato uno strumento di tortura.
La nuova sperimentazione per il momento riguarda solo alcune città italiane, sono sei i centri dove il taser (pistola che usa l’elettroshock) sarà affidato ai soli corpi della Poilizia e dei Carabinieri: Milano, Brindisi, Casera, Catania, Padova e Reggio Emilia.
Dall’ONU, nel 2007, l’arma è stata giudicata uno strumento di tortura: secondo Amnesty International ha causato centinaia di morti negli Stati Uniti (più di 800 dal 2001) dove infatti l’azienda Taser International – che ha associato le morti anche ai problemi cardiaci dei soggetti colpiti – ha recentemente deciso di cambiare nome, per modificare la propria immagine associata sempre più spesso alle morti delle persone su cui era stato usato un taser.
L’arma, che non venendo riconosciuta come letale potrebbe essere utilizzata con troppa facilità, risulterebbe particolarmente pericolosa per chi soffre di disturbi cardiaci o per chi si trova in un particolare stato di alterazione: in alcuni soggetti, le scariche multiple potrebbero poi danneggiare il cuore e il sistema respiratorio.
L’argomento era stato aperto a inizio gennaio, quando era già stato deciso il modello da usare “l’X2 con scarica elettrica ad intensità regolare con durata controllata di 5 secondi; sistema di mira con doppio puntatore laser, uno per ogni dardo; possibilità di colpire il bersaglio fino a 7 metri di distanza; colpo di riserva, quindi se si dovesse mancare il bersaglio sarà possibile sparare nuovamente senza dover per forza caricare il taser manualmente”.
Per ora non è chiaro quante pistole elettriche saranno acquistate per la fase sperimentale in Italia. Non sono nemmeno chiare le linee guida che dovranno seguire gli agenti che riceveranno in dotazione questo nuovo tipo di arma.