Sul referendum per il parcheggio al Sacro Monte il Pd non molla: “L’unico problema è politico”

Il capogruppo del Pd Fabrizio Mirabelli risponde sul parere negativo alla proposta dato dalla segreteria generale del Comune. E annuncia che la battaglia va avanti

17 Giugno 2014
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La mozione per chiedere il referendum sul parcheggio potrà essere votata lo stesso. E il Pd annuncia che non intende tornare indietro.

“Dopo il Sindaco Fontana  che, già alcuni giorni fa, non aveva esitato a dichiarare, leggendo, evidentemente, nella sfera di cristallo, che il referendum consultivo sul parcheggio della Prima Cappella non si poteva fare, ecco che, ieri, è arrivato, puntuale il parere di non conformità del Segretario comunale dott. Ciminelli che, invero, non evidenzia alcun profilo specifico di illegittimità” commenta il capogruppo del Pd Fabrizio Mirabelli.

Che sottolinea come “la sua principale argomentazione, del resto, sembra assai debole“.

Ciminelli fa riferimento all’articolo 97 dello Statuto comunale, che sostiene che l’eventuale indizione del referendum consultivo non genererebbe un’efficacia sospensiva sulla decisione oggetto dello stesso in quanto la decisione di effettuare l’opera è già stata assunta dal Consiglio comunale con l’approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche e del Bilancio di previsione per l’esercizio 2013-2015 e l’iter sarebbe quasi del tutto esaurito, trovandosi nella fase dell’aggiudicazione provvisoria alla ditta vincitrice della gara d’appalto.
“Tralasciamo pure il fatto che i due documenti citati sono documenti generali e non atti specifici di decisione sul parcheggio della Prima Cappella e che il Consiglio comunale potrebbe, in qualsiasi momento, rivedere quanto già deciso, ma non si può tacere il fatto che la Legge 241/90, all’art.21 e seguenti, prevede, espressamente, in capo alla P.A. il potere di autotutela ovvero di revoca o annullamento di atti, compresi gli atti delle procedure di gara. Tanto è vero che nel bando di gara, al capitolo IV, punto 31 ”informazioni complementari”, il paragrafo r specifica: “L’Amministrazione appaltante si riserva di revocare in ogni momento l’intera procedura per sopravvenute ragioni di pubblico interesse”.
Il Segretario generale sostiene anche che la decisione sul parcheggio alla Prima Cappella sarebbe già stata presa con la sottoscrizione da parte del sindaco dell’Accordo di Programma con Regione, Provincia e l’Ente Parco dei Fiori che, tuttavia, non è mai stato ratificato dal Consiglio comunale“.

Ci sarebbe poi il rischio di un danno economico.
“Prospetta, infine, la possibilità di un eventuale danno erariale nel caso di revoca degli atti di gara ma esso non sussiste sia per il principio generale di autotutela che per le specifiche del bando di gara che, come abbiamo dimostrato sopra, assicurano la libertà di sospenderne l’iter in qualsiasi momento, nel pubblico interesse. E che un eventuale referendum sarebbe di pubblico interesse è scontato a meno di non volere sostenere che la volontà popolare non sia di pubblico interesse.
Va anche segnalato che se il referendum abrogativo che, da qualche tempo, è previsto dal TUEL (Testo Unico Enti locali) non è ancora previsto dallo Statuto del Comune di Varese ciò è dovuto solo al fatto che esso, a causa della lentezza e dell’inefficienza dell’attuale Amministrazionedi centrodestra, non è stato ancora aggiornato.
Pertanto, per quanto ci riguarda, rimaniamo convinti che la questione dell’eventuale realizzazione di un parcheggio alla Prima Cappella non sia una questione tecnica, che si può liquidare con l’interpretazione burocratica di cavilli regolamentari ma una questione politica.
Si tratta, infatti, di un’opera contraddittoria (metterebbe in ginocchio la funicolare che è costata alla collettività 6,5 milioni di euro ed è in perdita di 200.000 euro ogni anno), inutile (non risolverebbe, certamente, il problema dell’accessibilità al Sacro Monte), costosa (ogni posto auto finirebbe con il costare, salvo imprevisti, circa 35.000 euro).
Per tutte queste ragioni, questa sera, chiederemo che la nostra proposta di indire un referendum consultivo, sia discussa e votata da parte del Consiglio comunale.
La spesa di 65.000 euro, necessaria per la sua organizzazione, potrebbe, infatti, consentire al Comune di risparmiarne ben 2.400.000.
Nessuna questione di illegittimità ma solo la paura dell’Amministrazione di centrodestra potrebbe impedire, che tutti i varesini abbiano la possibilità di esprimere la propria opinione su questo argomento”.

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