Scuola, docenti in rivolta per i salari

Dopo il caso della mancanza di personale specializzato nelle materie scientifiche, si accende la polemica per gli stipendi: in rete doppia petizione sul tema delle buste paga

18 Agosto 2017
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Gli stipendi devono essere tutti uguali, in linea con quelli europei: questo è il tema della petizione nata online negli ultimi giorni che ha già raccolto oltre 10.000 firme. I docenti italiani chiedono allo Stato retribuzione e ore di lavoro equiparate a quelle di ogni istituto nell’Unione Europea.

Maestri e docenti in rivola “Per insegnare occorre la laurea, abbiamo specializzazioni e master, al concorso ci chiedono competenze di informatica e di inglese. Eppure valiamo di meno in busta paga dei colleghi che insegnano alle medie, alle superiori e in università: non è giusto”. Nel dettaglio a chiedere gli aumenti sono i maestri dell’infanzia e della primaria, che attraverso due petizioni lanciate online alla vigilia di Ferragosto reclamano stipendi uguali ai colleghi dell’UE.

“Vogliamo rivendicare il principio secondo cui è inaccettabile l’ingiusta distribuzione economica e di ore di servizio. Non è possibile che chi più lavora (docenti dell’infanzia e della primaria) percepisce meno rispetto ai colleghi dei gradi d’istruzione superiore. Nell’epoca in cui per accedere all’insegnamento di qualsiasi ordine e grado d’istruzione è prevista la laurea, in cui tutti i docenti sono laureati o addirittura in possesso di titoli post laurea non è pensabile né tollerabile questa diversità di trattamento, legata a vecchi schemi”.

A capo di questa protesta una donna di 40 anni, Ilenia Barca, docente primaria in una scuola di Nuoro che da quasi 10 anni ha ancora l’incarico di docente precaria.

In un’immagine pubblicata viene evidenziato il salario percepito in Italia da ogni docente, nelle varie tipologie di scuola, dall’inizio alla fine della carriera; i dati sono messi a confronto con gli stessi rilevati in altri stati come ad esempio Germania Spagna e Austria.

Ilaria sostiene anche che il lavoro sia differente in base agli alunni da seguire “Più piccoli sono gli alunni maggiori sono le responsabilità di formazione in capo ai docenti. Non si può disconoscere il valore educativo e didattico in generale in nessun ordine e grado dell’istruzione. Ma certo è che, come dimostrano recenti studi, la fascia di età più importante per lo sviluppo dei piccoli studenti di oggi e cittadini di domani è quella compresa tra i 3 e i 10 anni”.

A dare sostegno a queste petizioni, anche Orizzonte scuolaSe la laurea è il titolo unico di accesso all’insegnamento per tutte le scuole di ogni ordine e grado, non si comprende la sperequazione in atto tra docenti del primo e docenti del secondo ciclo di istruzione: una revisione del contratto sarebbe inevitabile”.

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