Unanime via libera in Consiglio regionale all’erogazione di contributi a fondo perduto a favore dei circa 500 rifugi e bivacchi lombardi per interventi di innovazione tecnologica e di riqualificazione anche a fini di sicurezza, per la loro gestione sostenibile e la loro accessibilità, tra cui gli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sono finanziabili anche i costi per la formazione del personale. Complessivamente vengono stanziati 3 milioni e 300mila euro distribuiti nel triennio 2020-2022: quest’anno saranno disponibili 1 milione e 300mila euro.
In via straordinaria, potranno essere finanziate opere fino all’ammontare dell’80% della spesa ritenuta ammissibile, in deroga alla normativa vigente che per tali contributi pone invece un limite del 50% della spesa ammissibile. “La deroga –ha spiegato la relatrice Federica Epis (Lega)- si giustifica alla luce dei costi molto elevati degli interventi di manutenzione su rifugi e bivacchi per la particolare conformazione dei luoghi in cui si trovano e per le condizioni atmosferiche spesso avverse”.
Infatti è quasi sempre necessario in tali contesti l’impiego di manodopera specializzata e di mezzi straordinari come elicotteri, ganci baricentrici o reti per il trasporto delle merci in alta quota. Devono inoltre essere tenuti in considerazione i maggiori oneri derivanti dall’allestimento dei cantieri per i quali è necessario predisporre appositi piani di sicurezza per far fronte ai maggiori rischi cui sono esposti i lavoratori. Ulteriore fonte di spesa è costituita infine dalle maggiorazioni di costo per il trasporto di materiali qualora per le particolari condizioni di viabilità risulti necessario impiegare mezzi di trasporto come teleferiche e motocarriole.
“Un provvedimento importante e molto atteso dagli operatori del settore –conferma il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi– e che contribuisce sicuramente a rendere più fruibile la montagna da parte di escursionisti e famiglie, garantendo la possibilità di trascorrere qualche giornata in ambienti naturali unici e suggestivi con la consapevolezza di poter disporre di strutture d’accoglienza e riparo adeguate. Una misura che garantisce inoltre un sostegno economico a chi in montagna lavora e con la sua presenza costituisce un presidio importante a tutela e salvaguardia dello stesso territorio montano”.
Il provvedimento modifica la legge regionale n°26 del 2014 dedicata alla promozione e allo sviluppo delle attività motorie e sportive, dell’impiantistica sportiva e per l’esercizio delle professioni sportive inerenti la montagna.