
«Sport significa divertimento, salute, crescita fisica e mentale per i continui stimoli che offre: per questo un argomento del genere non può essere relegato tra le tematiche politiche meno rilevanti, ma deve rappresentare il fulcro dell’attività amministrativa». Daniele Marantelli, dopo una domenica pomeriggio trascorsa allo stadio “Franco Ossola” per la sfida del campionato calcistico d’Eccellenza tra Varese e Saronno, interviene così su uno degli argomenti a lui più cari: infatti, il candidato alle primarie del centrosinistra vanta una lunga passione per lo sport e per il pallone in modo particolare, avendo anche giocato a livello giovanile proprio nella principale formazione cittadina.
Purtroppo, però, la situazione degli impianti sportivi varesini non è rosea: quasi tutte le costruzioni accusano il peso degli anni, da quelle principali, come lo stadio, il palazzetto, il campo d’atletica, la piscina comunale o il palaghiaccio, ai campetti rionali dove operano lo società sportive meno celebri, ma non per questo meritevoli di minore considerazione. «Per questo occorre pensare ad un deciso ammodernamento delle strutture che lo necessitano» prosegue Marantelli «rafforzando nel contempo il ruolo di un tavolo nel quale si incontrino da un lato l’amministrazione comunale e dall’altro gli operatori, ovvero le società sportive, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno in concessione un impianto municipale». Nel recente passato, Varese ha saputo raggiungere livelli d’eccellenza organizzativa e competitiva nel canottaggio, nel ciclismo e nel volo a vela: ma qualunque attività sportiva, com’è noto, fa bene alle persone di tutte le età. Dunque, per poter invogliare un numero crescente di varesini a praticare il proprio sport preferito, si rende necessario da un lato intervenire corposamente sulle strutture e, dall’altro, dialogare costantemente con le società.
Marantelli conclude con un’immagine forte: «Varese può diventare capitale dello sport: la nostra natura e le tantissime associazioni sono un patrimonio inestimabile. Ora tocca alla politica».