Parcheggio alla Prima Cappella, il Comitato Varese2.0: “Raccoglieremo le firme per un referendum”

Dopo l’assemblea pubblica di ieri sera le strategie per la battaglia contro la costruzione dei posti auto va avanti. Ipotizzato anche un esposto alla Procura della Repubblica o un ricorso al Tar

15 Maggio 2014
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Assembleafoto


Una raccolta firme per chiedere al Comune il referendum consultivo sul parcheggio alla Prima Cappella. Ma anche l’ipotesi di un ricorso in Tribunale, con esposto alla Procura della Repubblica, o con un ricorso al Tar.

Nel secondo caso, tuttavia, potrebbe essere presentato solo da un’associazione ambientalista.
Queste le strategie emerse durante l’assemblea pubblica del Comitato Varese2.0, che si è svolta ieri sera alla Galleria Ghiggini. Sala stracolma, posti a sedere esauriti, ma c’è comunque chi è rimasto in piedi ad ascoltare. Presente anche il comitato i residenti, il cui portavoce ha relazionato sui rischi ambientali legati alla presenza del sistema di grotte sotterranee che percorrono le montagne.

A condurre la serata i fondatori di Varese2.0 Laura Caruso, Daniele Zanzi, Alessandro Maria Vinci, Alessandro Ceccoli, Roberto Gervasini, Francesco Migliorini ed Emilio Ghiggini.
Tra il pubblico esponenti politici dell’opposizione in consiglio comunale, il democratico Andrea Civati, Rocco Cordì (Sel) e Luciano Ronca (Varese&Luisa), che hanno garantito appoggio al referendum all’interno del Comune. Presente anche il segretario cittadino del Pd Luca Paris e il dirigente Natalino Bianchi. Così come Alberto Minazzi, presidente di Legambiente, Dino Azzalin, esponente del mondo culturale varesino. Presente anche una delegazione di Fare Verde, l’associazione ambientalista proveniente dal mondo di destra. Proprio l’associazione di è presa l’incarico di valutare la possibilità di un ricorso al Tar.

L’obiettivo del comitato è quello di far decidere ai cittadini il  futuro del parcheggio del Sacro Monte, chiedendo un referendum consultivo.
Per farlo, occorre raccogliere un numero di firme equivalente al 15% degli aventi diritto al voto nella città di Varese, ovvero poco più di ottomila persone. Una cifra abbastanza alta, ma fattibile, assicurano dal comitato, dal momento che per la petizione sono state raccolte più di cinquemila firme. E quelle che non appartengono a residenti in città sono una minima parte.

Il comitato chiederà anche, tramite gli esponenti politici presenti, la convocazione di un consiglio comunale ad hoc sull’argomento.

Per il 28 maggio è stata convocata una seduta della commissione Lavori pubblici, dove il vicepresidente Giovanni Chiodi, consigliere comunale di Ncd, ha invitato il comitato, chiedendo di indicare un portavoce che possa rappresentare e parlare durante la seduta.

“Noi siamo per il dialogo – ha detto Chiodi – e nella maggioranza siamo l’unica forza politica che ha proposto di dare il via ad un confronto con il comitato. Ho sempre considerato importante il rapporto con quelle realtà civiche che possono concorrere al buon governo della città con le loro proposte. Il dialogo è importante e va portato avanti, anche se la nostra posizione come partito è diversa dal quella di Varese2.0. Questo però non significa che non si debba discutere”.

Il comitato, tuttavia, discutendo ieri dell’invito alla commissione, non ha ancora preso una decisione sulla possibilità di accettare o meno, sottolineando, secondo loro, la “tardività” della proposta e gli eccessivi “vincoli” posti alla seduta.

“Vogliamo un consiglio comunale” hanno detto. Nelle prossime due settimane vedremo che sviluppi ci saranno.

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