Federmeccanica oggi ha avuto la sua risposta. I metalmeccanici varesini hanno risvegliato la piazza e le strade del capoluogo per segnalare che da 4 mesi aspettano il contratto nazionale, per rispondere al padronato che le poche cose messe sul tavolo di trattativa suonano strumentali e largamente inadeguate a rinnovare il più grande contratto dell’industria italiana. Nelle fabbriche varesine si è registrato una alta percentuale di adesione allo sciopero con punte del 95%.
La manifestazione organizzata in piazza Monte Grappa davanti la sede territoriale di Confindustria ha visto una ampia partecipazione delle
lavoratrici e dei lavoratori che hanno dato luogo ad un colorato corteo per le vie della città.
Questa è la prima risposta forte, unitaria e determinata alla posizione di Federmeccanica basata sulla negazione del riconoscimento salariale che riguarderebbe, circa il 5% degli addetti della categoria; ridicolo il rigetto delle nostre proposte economiche, di innovazione professionale, di aggiornamento normativo fatte per rispondere ai profondi cambiamenti nell’organizzazione del lavoro, nell’orario, nell’uso della precarietà come strumento abituale e continuato.
L’iniziativa unitaria di oggi è la prima dimostrazione di una volontà che non sarà messa a tacere fino a quando la trattativa non troverà soluzione positiva. Siamo consapevoli che il confronto potrebbe mutare in scontro duraturo se la rappresentanza delle aziende non rinuncerà all’idea di snaturare l’impianto contrattuale: non possiamo immaginare che un milione e trecentomila metalmeccanici possano rinunciare allo strumento principe che ha sostanzialmente tutelato i lavoratori per cinquant’anni. Federmeccanica farebbe bene a valorizzare un tavolo che potrebbe utilmente essere impiegato per affrontare e risolvere le
complessità legate ad una competizione globale piuttosto che tentare arcaiche rivincite e fughe all’indietro giocando (ancora!) sul contenimento dei salari e dei diritti. FIM FIOM e UILM sono ben sostenute dai lavoratori e determinate a concorrere al miglioramento competitivo dell’impresa italiana ma le deprimenti mosse dei titolari della nostra imprenditoria non incoraggiano a sperare. Noi ci attendiamo un rapido, urgente, cambio di passo. Se così non fosse non ci faremo per nulla al mondo intimidire perché sappiamo che la strada della crescita passa da qui: dalla contrattazione, dalla condivisione degli obiettivi, dalla partecipazione ai miglioramenti indispensabili a garantire il futuro per le nuove leve. Si convinca Federmeccanica. Noi terremo molto duro perché indietro non andremo! Abbiamo competenze, facciamo qualità, vogliamo dire la nostra, dobbiamo recuperare capacità economica. Per il bene di tutti, facciamo il contratto!