Maroni: “L’invasione di immigrati può essere fermata. Ma il Pd li vuole far entrare tutti”

Il presidente della Regione Lombardia a Varese lancia la battaglia contro l’immigrazione: ”Servono i campi profughi sulle coste del Nord Africa”. Fontana: ”Dobbiamo sollevarci, o saremo ospiti in casa nostra”

02 Luglio 2015
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“I flussi non vengono fermati perché il Pd vuole far entrare tutti gli immigrati. È una loro decisione politica e ideologica, sono convinto di questo”.

Un attacco durissimo quello di Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, durante l’incontro sull’immigrazione organizzato ieri sera dalla Lega.

Maroni ha sottolineato infatti come “le scuse che utilizzano, ovvero che non sono in grado di fermare gli arrivi, sono una bugia. Per fermare gli sbarchi basterebbero due semplici cose: costruire i campi profughi in Nord Africa, costringendo l’Onu a farlo. E far rispettare il regolamento di Dublino”.

Al fatto che dal governo dicano che non è possibile fare i campi profughi in Libia, per l’assenza di un governo con cui interloquire, Maroni replica: “Nel 2011 abbiamo fermato i flussi costruendo i campi di accoglienza in Tunisia, al confine con la Libia. E all’epoca non solo non c’era un governo, ma la Libia stava venendo bombardata. Quindi dal governo Renzi sono solo scuse”.
Sul regolamento di Dublino spiega come “i Paesi europei lo stanno disattendendo. Se sali su una nave che batte bandiera francese, in alto mare, ti devono portare in Francia, non possono portarti in Italia. Siccome il regolamento di Dublino dice che salire su una nave è come entrare nel Paese cui appartiene la nave, perché il governo italiano non fa valere questo? Lasciamo che ci prendano in giro. Il regolamento di Dublino viene disatteso dagli stessi Paesi che pretendono che l’Italia lo applichi. Siamo cornuti e mazziati”.

In sintesi, “ci sono le risposte, è che il governo non è capace di attuarle perché non vuole attuarle. Perché la decisione del Pd, tutta politica e ideologica, è di farli venire. In questo il ministro dell’Interno, il povero Angelino Alfano, si trova in una situazione in cui potrebbe fare, ma non può fare”.
Alla domanda su chi sarà il prossimo candidato sindaco di Varese, risponde senza esitare: “Un leghista”.
Una dichiarazione che mette un po’ di ordine nelll’ampio dibattito che si è già aperto nel centrodestra. “Deve farlo un leghista, non si può interrompere questa tradizione che dura dal 1993. Almeno fino al 2023, per trent’anni, il sindaco deve rimanere alla Lega”.
All’ipotesi di un indipendente di area, si dice contrario: “Sono contrario a queste scelte. So bene cosa vuol dire governare. Se non hai nei confronti dei movimenti che ti sostengono dei rapporti di correttezza e responsabilità, finisce per rispondere alle lobby e non ai partiti. E questo non va bene”.
Quindi ha ribadito la sua proposta provocatoria nei confronti del Canton Ticino sulla questione frontalieri. “L’atteggimaneto del Ticino è discriminatorio nei confronti dei nostri 60.000 frontalieri lombardi. Ho fatto la proposta provocatoria di dire ai frontalieri di stare a casa per un mese, lo stipendio glielo do io, così il Ticino collasserà. Perché senza di noi non riusciranno neanche a tirare su la saracinesca dei negozi”.

Infine sulla proposta di espulsione di Marco Reguzzoni: “Ho letto che la Lega varesina l’ha espulso. Certo c’è ancora il Comitato federale di garanzia, ma se la direzione provinciale ha votato quasi all’unanimità… uno che si mette a fare un partito nuovo non c’entra niente con la Lega. Poi è giusto ricostruire il centrodestra, ma c’è modo e modo di farlo. Il modo giusto è quello che faccio io in Regione e quello che è stato fatto in Liguria. Mettere insieme Lega, Forza Italia, Ncd e liste civiche. Uno della Lega sta nella Lega non esce fuori, se no fa la fine di Tosi”.

Prima del governatore, hanno preso la parola i dirigenti locali.

Il segretario cittadino Marco Pinti ha lanciato la sfida: “A Varese chiudiamo le porte a tutti i clandestini. In consiglio comunale il 16 luglio chiederemo che il Comune di Varese non faccia entrare nemmeno un clandestino, nemmeno travestito da profugo. Non sono parole. Nella giunta è già successo che i cosiddetti alleati chiedessero di ampliare il centro di accoglienza. In giunta a rischio di mettere fine al mandato avevamo già detto no, a costo di mettere fine al mandato”.

Il segretario provinciale Matteo Bianchi ha sottolineato i costi “che sosteniamo per ospitare gli immigrati”.

Mentre il sindaco Attilio Fontana: “Ci accusano di speculare sugli immigrati. Ma le cooperative che fanno riferimento al Pd sono le uniche che stanno veramente speculando sulla pelle di questa povera gente. Sono gli unici che effettivamente ci guadagnano. Se non avremo una sollevazione da parte della gente, ci costringeranno a diventare noi ospiti in casa nostra”.

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