Inchiesta sulla Quiete, il Tribunale Fallimentare di Varese “sotto accusa”

I Polita passano al contrattacco e denunciano un ”accanimento giudiziario nei nostri confronti”

01 Aprile 2016
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Brescia

Dopo anni dal suo inizio, nel 2011, forse in questi giorni si potrà fare chiarezza sulla vicenda del fallimento della Quiete Hospital, società proprietaria della nota casa di cura varesina, che faceva parte del gruppo Ansafin spa, holding facente capo al Gruppo Polita.

I Polita erano finiti al centro di un’ampia inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Varese, e seguita dal pm Agostino Abate (oggi trasferito al Tribunale di Como). Fin dall’inizio i fratelli Sandro e Antonello Polita avevano “denunciato” una serie di “stranezze” nel procedimento a loro carico. Ed oggi su tali anomali fatti si sta facendo luce, con l’iscrizione al registro degli indagati dei due giudici del Tribunale Fallimentare di Varese, il Presidente dott. Miro Santangelo e il dott. Nicola Cosentino, che si trovano sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica di Brescia.

Anche i Curatori dott. Luisa Marzoli, Marco Bianchi e Giovanni Golemme risultano indagati.

I Polita hanno sempre evidenziato la possibile esistenza di “abusi” nella condotta dell’inchiesta.

Abate, come noto, è stato trasferito dal CSM alle funzioni di Giudice civile presso altro Tribunale.

Il titolate dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Brescia è il pm dott. Francesco Piantoni, importante ed esperto magistrato titolare anche della inchiesta sulla strage di Piazza della Loggia.

I procedimenti aperti dalla Procura di Brescia contro i giudici del Tribunale di Varese sono nei confronti del Giudice Delegato dott. Santangelo e del Curatore dott.ssa Marzoli (coinvolge gli Organi della Procedura fallimentare della holding Ansafin Spa)

Un altro è riferito al procedimento penale 26097/14 , che vede coinvolti con il Magistrato Agostino Abate anche il Giudice Delegato, il dott. Nicola Cosentino e tutti i curatori fallimentari.

Di fatto, gran parte del Tribunale Fallimentare di Varese è sotto inchiesta.

Oggi, caso unico in Italia, ha deciso di assumere la difesa dei Polita (unitamente al precedente legale l’avv. Ivano Chiesa) addirittura il professor Valerio Onida, Presidente Emerito della Corte Costituzionale che nella mattinata di oggi ha presenziato quale difensore all’udienza fissata davanti al GUP, ha esposto i contenuti dell’istanza di Rimessione del Processo.

Nel testo, troviamo come passaggi peculiari:

“Tutte le accuse ai fratelli Riva (precedenti proprietari della Quiete, ndr) sono “scomparse”. Comprese quelle di reati fiscali denunciati dal Tribunale civile e dalla Guardia di Finanza che stavano alla base dell’apertura del procedimento oggi pendente davanti al Gup (i Riva hanno solo patteggiato un omesso versamento di imposte, a seguito del pagamento tardivo eseguito però dai Polita!). Di contro gli stessi Riva compaiono invece esclusivamente come “parti lese” e parti civili nel processo contro i Polita.

Sono scomparse o “dormienti”, dopo il rimpallo delle competenze fra Varese e Milano e l’inerzia dei PP. MM. di Varese, anche le accuse di concussione mosse dai Polita all’ex senatore Tomassini.

Si verifica invece un vero accanimento giudiziario contro i Polita, accanimento che sfocia nel processo in corso, costruito ad arte in modo da confezionare gravi accuse e da moltiplicarle.

I fallimenti, a cui si connettono indissolubilmente le accuse di bancarotta mosse ai Polita, sono stati e sono a loro volta determinati e largamente condizionati dalle anomalie descritte, frutto delle continue interferenze del Pubblico Ministero Abate nella condotta dei protagonisti dei diversi procedimenti penali e fallimentari”.

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