“Varese deve uscire dall’isolamento in cui la Lega l’ha relegata per troppi anni. Se vogliamo riacciuffare tutte le occasioni che la nostra città ha perso in questo quarto di secolo e far davvero ripartire Varese dobbiamo fare sistema, non solo con le grandi città, ma anche con i comuni intorno a noi. Tornare grandi, e Varese con un cambio di passo ha tutte le capacità e risorse per farlo, vuol dire maggiori possibilità di sviluppo, crescita e lavoro, una città più bella e vivibile ma che non lascia indietro nessuno e non dimentica i piccoli problemi quotidiani di ciascuno. E’ ora di rimboccarsi le maniche e cominciare davvero a “fare”, chiudendo definitivamente l’epoca delle chiacchiere e delle promesse mai attuate. E’ ora che la città provi un’amministrazione diversa e che Varese non venga più associata alla Lega e all’isolamento”.
Sono state queste le parole pronunciate da Davide Galimberti, candidato sindaco a Varese, che questa mattina era a Milano, invitato da Beppe Sala all’incontro con molti sindaci delle città capoluogo lombarde per discutere insieme di trasporti, aree dismesse, sicurezza e servizi.
“Molto bello il confronto a Milano al SIAM con 30 tavoli per 30 gruppi tematici con cui contribuire all’elaborazione di progetti e priorità capaci di rendere le nostre città sempre più innovative ed inclusive. Ringrazio Sala per avermi invitato, a dimostrazione che la sinergia tra di noi è già una realtà. Oltretutto l’iniziativa di oggi arriva a pochi giorni dalla visita a Varese di 7 sindaci lombardi che sono venuti a testimoniare come la sinergia tra amministrazioni possa fare bene ai territori e come il centro sinistra amministri bene tutti capoluoghi della Lombardia”.
“Con Sala – conclude Galimberti – abbiamo già definito che sarà a Varese nei prossimi giorni per parlare di progetti concreti che potremo realizzare nell’interesse di Varese e dei suoi cittadini dai collegamenti, alla cultura e al lavoro. Tra noi c’è grande sintonia su molti argomenti che potranno contribuire al rilancio di Varese, come il grande progetto per il dopo Expo dal quale le nostre imprese, l’Università e l’intera città non dovranno essere tagliate fuori come già è successo in occasione dei 6 mesi di Expo durante i quali abbiamo raccolto solo le briciole”.