“Il Palio è vecchio, bisogna rinnovarlo”, “Il Palio è passato di moda”, “La gente preferisce fare altro la domenica”, “A novembre piove e fa freddo, non si può cambiare periodo?”.
Quante ne abbiamo sentite negli ultimi anni sulla Rama di Pomm? E quante di queste domande domenica 20 novembre sono state respinte al mittente senza sconti? Tutte. Forse anche qualcuna in più.
E se qualcuno avesse ancora dubbi, dovrebbe semplicemente focalizzarsi su quella corda lunghissima posizionata sull’asfalto di via Pacinotti intorno alle ore 16, quando si è riempita di decine e decine di bimbi che con forza, e con il loro immancabile sorriso sulle labbra, l’hanno tirata da una parte all’altra giocandosi “l’onore” con i propri amici, perché “il tiro alla fune l’ho vinto io”, a 7 anni o poco più conta. E conta ancora di più a Madonna in Campagna, dove è uno dei must della popolare festa insieme alla bizzarra e amatissima corsa con gli asini.
Ma andando con ordine e partendo da lontano, anzi da lontanissimo, da 68 anni addietro quando si diede vita alla Rama di Pomm in memoria di quella pianta cresciuta dove oggi sorge il Santuario e che sfamò i gallaratesi colpiti dalla peste negli anni ‘600, si può notare come quei quattro colori, quel giallo, quel rosso, quel blu e quel verde, siano rimasti vivi più che mai, tanto da esserne ancora abbagliati nel mese di novembre, quando solitamente pioggia e nebbia la fanno da padrona. E quel giallo, quel rosso, quel blu e quel verde, si ripresentano con la stessa lucentezza ogni anno a giugno, quando ci pensano le calciatrici a farli sventolare in alto. Stessa sorte nel mese di settembre, con uomini pronti a contendersi punti nel torneo di calcio maschile, fin quando intorno ai primi dell’undicesimo mese dell’anno ci si ritrova al bowling per dare il via alle gare che precedono “la domenica più festosa dell’anno”. Tappa obbligatoria il ritrovo in piazza della Libertà a sette giorni dal clou per coinvolgere quei cittadini che “Sì, ne ho sentito parlare” o che “Mi sono traferito da poco, non so di cosi si tratti” col fine di avvicinarli ad una tradizione storica, viva, bellissima (e non siamo di parte).
Da lì è solo un crescendo: bocce, ping pong, pallavolo, calcio volley, gare di carte, calcio balilla, il gioco delle donne, il triathlon per tutta la famiglia, fino all’ultimo atto, con staffetta, giochi per bimbi, americana podistica e come detto tiro alla fune (sia maschile che femminile) nonché corsa con gli asini. Il tutto al sapore di “Pomm – Mela”, con la benedizione di Don Mauro e delle suore della Parrocchia e tutte le varie funzioni religiose. Fin quando, intorno alle ore 17, la proclamazione dei vincitori: i gialli nonché Privilegiàa dal Campanin con 196 punti hanno letteralmente stracciato la concorrenza e si sono aggiudicati l’edizione 2016, seguiti nell’ordine da rossi, blu e verdi.
Ma lo spirito Palio, come sempre, si è allargato ad un contorno che ha tenuto banco e riservato attività per tutti i gusti. In primis il lato culinario con caldarroste, dolciumi, frittelle, cioccolate calde, a ciò si sono aggiunte più le classiche bancarelle stile mercatino, le mostre con l’esposizione degli hobbisti, la vendita della tradizionale “Rama di Pomm”, la pesca ed il banco di beneficienza, senza dimenticare il lato solidale e la presenza dei ciclamini di AIRC.
E alla fine, dopo tanta fatica spesa soprattutto del comitato organizzatore, dopo tutta la bagarre, dopo i musi lunghi dei vinti ed i sorrisi dei vincitori, cosa ne resta?
Ne resta il senso ed il senso è tutto lì, in quella tirata di quei bambini, nei loro sorrisi, nei loro occhi e in quelle piccole mani che un giorno diventeranno grandi e si metteranno all’opera per tenere viva questa storica tradizione a prescindere che i loro cuori siano gialli, rossi, blu o verdi: ci piace mischiarli quei colori e lasciare che a Madonna in Campagna, nel mese di novembre, splenda l’arcobaleno.
Per la classifica completa e tutte le info www.ramadipomm.com
Mariella Lamonica