Da Varese parte la sfida alla globalizzazione

“L’economico si spoliticizza e si libera dagli stati nazionali, il mercato economico si libera dai vincoli della politica. Qui si crea la mondializzazione” è l’argomentazione della Lectio del professor Fusaro.

19 Aprile 2018
Guarda anche: Varese Città

Potrebbe sembrare una battuta, o una sorta di impresa disperata all’apparenza, come quella di Davide contro Golia moltiplicata per cento.

Eppure, nel momento in cui un gruppo di giovani studenti dell’Università dell’Insubria riescono a coinvolgere il pubblico in una sala molto presente e attenta, in un caldissimo (e fuori norma) pomeriggio di inizio primavera, per parlare con il filosofo anticonformista Diego Fusaro del futuro della nostra civiltà, siamo di fronte a una grande impresa.

Il pensatore non conforme è stato ospite dei giovani dell’Ateneo nel pomeriggio di mercoledì. Un’importante occasione per approfondire il tema degli effetti della #globalizzazione, la quale, come ha spiegato il professor Fusaro, impone un sistema unico dove i cittadini non sono più cittadini, ma consumatori, tutto quanto viene ridotto alle leggi di mercato ed entra in conflitto con quello che non è riducibile a merce, ovvero le identità difese dagli Stati nazionali.

“L’economico si spoliticizza e si libera dagli stati nazionali, il mercato economico si libera dai vincoli della politica. Qui si crea la mondializzazione” è l’argomentazione della Lectio del professor Fusaro.

“Del resto, siamo figli dell’epoca thatcheriana che diceva che la società non esiste, solo gli individui” ha proseguito il filosofo. Il quale ha argomentato le sue tesi sulla deriva che sta prendendo ormai da tempo dal civiltà occidentale, in particolare dalla caduta del Muro di Berlino, portando il pensiero di alcuni tra i padri della filosofia, a partire da Hegel.

Fusaro ha spiegato come nel momento in cui l’economia supera e sovrasta la politica, il punto di arrivo è quello in cui ci troveremo in un mercato senza regole. “Io parlo di glebalizzazione – ha detto -, perché un  aspetto fondamentale della globalizzazione, il principale effetto, è quello della perdita dei diritti. Questo ci porterà la globalizzazione, non certo i viaggi low cost o altro”.

E quindi ha aggiunto: “La mondializzazione vuole riconvertire tutto in forma merci, vuole livellare il mondo, e quindi entra in conflitto con le culture espresse e difese dagli Stati nazionali”.

Esiste una soluzione? L’unica via per sfuggire a quella che Fusaro definisce anche “la monarchia del dollaro”, ovvero la mondializzazione che vede proprio negli Stati Uniti il soggetto che maggiormente punta a rafforzare questo fenomeno, è quella della presenza degli Stati non allineati. Fusaro ha detto infatti come la Russia possa cambiare le cose, riportando l’assetto mondiale ad un duopolio, diventando la potenza che possa frenare l’avanzata di questo sistema mondiale.

“Il sistema dei bisogni, che viene imposto, segna la dispersione dell’idea, eliminando l’etica solidale e comunitaria. Solo la logica della famiglia sfugge alla logica utilitaristica. E secondo Hegel bisogna uscire dall’impasse e riconquistare l’etica familiare. Infatti, i cittadini dello Stato membri di una famiglia universale”.

Da qui vediamo come “la globalizzaziobe corrisponde alla de-eticizzazione del sistema dei bisogni, sistema retto dalla logica dell’insocievole socievolezza, come diceva Kant”.

Se il cittadino diventa solo un consumatore, cambia tutto l’assetto: “Il consumatore non ha diritti, ma ha merci”. E quindi l’essere umano viene privato della sua umanità.  

La globalizzazione porta alla ridefinizione del mondo intero come un unico sistema dei bisogni, e quindi alla disgregazione degli Stati nazionali.

L’esempio più chiaro e vicino a noi della globalizzazione è l’Unione Europea.

“La Ue è l’esempio di mondializzazione esagerata che dal ‘92 procede con la ratio dello scavalcamento e della distruzione degli Stati nazionali”. E questo avviene con il superamento della politica da parte dell’economia “Nel 2011 infatti abbiamo visto gli economisti al governo”.

Una sfida, quella alla globalizzazione, che può essere fatta innanzitutto con il pensiero, con il creare consapevolezza nelle nuove generazioni. E questo gli studenti varesini lo stanno facendo. Intenzionati a non arrendersi.

Tag:

Leggi anche:

  • Diego Fusaro a Varese con gli studenti dell’Insubria

    “L’ordine dominante non reprime, oggi, il dissenso. Ma opera affinché esso non si costituisca. Fa in modo che il pluralismo del villaggio globale si risolva in un monologo di massa. Perciò dissentire significa opporsi al consenso imperante, per ridare vita alla possibilità di pensare ed