Confagricoltura Varese contro le uova contaminate

Risolvere il problema in fretta per evitare che la vicenda si traduca in un danno ingiustificato per i produttori italiani

14 Agosto 2017
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Uova contaminate, risolvere il problema in fretta per evitare che la vicenda si traduca in un danno ingiustificato per i produttori italiani

La vicenda delle uova contaminate  da fipronil pone in tutta evidenza il problema della tempestività e della trasparenza delle informazioni. Così Confagricoltura che rimarca come, stando alle dichiarazioni rilasciate ufficialmente da alcuni ministri, la contaminazione fosse nota da molto tempo.

Il problema va affrontato e risolto in fretta, con la massima determinazione, perché la sicurezza dei consumatori e l’ordinato andamento dei mercati dipendono dal funzionamento del sistema di allerta regolato dalla normativa europea, ma affidato alla primaria responsabilità degli Stati membri – dichiara il presidente  di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – . Abbiamo perciò accolto con favore la notizia che la questione sarà oggetto di una prima valutazione in occasione del Consiglio informale dei ministri dell’agricoltura della UE in programma, a Tallin, in Estonia all’inizio di settembre“.

In ogni caso, anche nell’ottica di evitare inutili allarmismi, va valutata positivamente la dichiarazione del nostro ministero della Salute che già qualche giorno fa ha escluso la distribuzione di uova contaminate con fipronil  sul nostro mercato.

“Mentre proseguono i monitoraggi delle autorità sanitarie locali – aggiunge il presidente di Confagricoltura – è essenziale evitare che una brutta vicenda che riguarda altri Paesi si traduca in un danno ingiustificato a carico dei nostri imprenditori e di una filiera che è già in grado di garantire praticamente tutto l’autoapprovvigionamento nazionale.”

Nel frattempo, ricorda Confagricoltura, i regolamenti comunitari aiutano il consumatore a  fare una scelta sicura. Infatti, oltre a numerose altre indicazioni, su tutte le uova è obbligatorio inserire il luogo di produzione. “Basta che il consumatore – suggerisce Giacomo Brusa, presidente di Confagricoltura Varese  – cerchi e verifichi sulla confezione di produzione o sull’uovo la presenza delle iniziali IT, per essere sicuri di acquistare prodotto italiano non contaminato e sicurissimo. Infatti il problema è circoscritto solo al prodotto estero.

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