Cittadinanze onorarie, a Varese una norma “anti Berlusconi”. Ma Mussolini resta “varesino”

Dopo la proposta, votata e bocciata l’anno scorso, di conferire il riconoscimento al leader di Forza Italia, il Pd ha chiesto un regolamento più stringente

09 Febbraio 2015
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Conferire una cittadinanza onoraria, a Varese, non sarà più facile come prima. D’ora in avanti, infatti, occorrerà il voto di due  terzi del consiglio comunale. La richiesta di studiare un nuovo regolamento è arrivata dal Pd, dopo che l’anno scorso Varese era salita all’onore delle cronache nazionali per la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Silvio Berlusconi, proposta del consigliere comunale di Fi Piero Galparoli, bocciata, e per quella di revocare la stessa onorificenza a Benito Mussolini, che era stato insignito della cittadinanza onoraria negli anni Venti.

A mobilitare il Comune è stato il vicecapogruppo del Pd Luca Conte, che aveva promosso la revoca della cittadinanza a Mussolini, e che quindi l’anno scorso ha presentato una mozione dove chiedeva la stesura di questo regolamento. Gli uffici si sono quindi attivati in questi mesi ed oggi la bozza del testo è pronta per essere discussa e votata in commissione Affari generali, prima di arrivare al voto del consiglio.

«Quello che chiedevo era di mettere un po’ di ordine nel conferimento dell’onorificenza, perché finora non esisteva di fatto nessuna regolamentazione – spiega Conte – invece adesso riusciremo a porre dei paletti. Innanzitutto, le personalità che possono essere insignite della cittadinanza onoraria devono avere un legame con Varese. Quindi devono essere ancora in vita, così come la cittadinanza onoraria può essere revocata solo se la persona è ancora in vita».
Le personalità dovranno quindi, come avviene in tutte le città, essersi rese meritevoli nei campi quali arte, cultura, scienza e sport.
Le “candidature” potranno essere avanzate dalla giunta, oppure da una parte consistente di consiglieri comunali (nella bozza si ipotizza sempre circa un terzo). Oppure può essere proposta dei cittadini, attraverso una sottoscrizione, di circa tremila firme.
Si tratta solo della bozza, per il momento, quindi alcuni dettaglia da qui al voto potrebbero essere cambiati.

Ma la parte più interessante riguarda la modalità di approvazione. La cittadinanza potrà essere conferita solo attraverso il voto del consiglio comunale. E non basterà, come avviene oggi, la maggioranza assoluta del 50% più uno dei voti. Il quorum dovrà essere di almeno due terzi dei consiglieri comunali.

Quindi, su 32 esponenti che siedono in consiglio, ai quali va aggiunto il sindaco, occorreranno almeno 22 voti. Oggi la maggioranza che sostiene la giunta, dopo i due rimpasti, è di 19 esponenti contro 14 di opposizione. Quella uscita dalle urne nel 2011 era di solo un voto in più: 20 contro 13. Quindi, il nuovo regolamento non consentirà alla maggioranza di conferire il riconoscimento senza un accordo con almeno due esponenti di opposizione.

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