
La Giunta Fontana sarà ricordata oltre che per la sua cronica incapacità operativa per l’alto tasso di litigiosità. Ovviamente la maggioranza (prima versione o seconda che sia) cercherà di liquidare le critiche ricorrendo alla scontatissima battuta: “sono le solite strumentalizzazioni dell’opposizione”.
Se i problemi sollevati fossero però una pura invenzione delle opposizioni, Fontana e la sua maggioranza potrebbero proseguire la navigazione felici, tranquilli e contenti. Così non è! Loro lo sanno benissimo. Come pure lo sanno coloro che, quotidianamente, devono assistere alle esibizioni di questo o quell’esponente della Lega o del gruppone di “Liberi per Varese” (FI+UDC+exNCD).
L’ultimo spettacolo messo in onda riguarda la nomina del nuovo vertice del “Molina”. Una vicenda a dir poco grottesca che si trascina ormai da mesi tra insulti, condizionamenti e minacce di ogni tipo. La singolar tenzone tra Lega e Forza Italia non nasce dalla preoccupazione di “come” gestire al meglio l’importante istituto, ma di “chi” deve occupare le poltrone. Una logica spartitoria degna della peggiore tradizione della tanto vituperata prima repubblica, ma che trova oggi imitatori ed eredi anche tra le fila dei nuovisti e populisti di ogni risma.
La cosa ancora più grave però è che il Sindaco Fontana assiste silente a questo ennesimo scontro tra i suoi partners. Eppure il potere di nomina spetta proprio al Sindaco! Quindi basterebbe che Fontana esercitasse le prerogative che la legge gli attribuisce per uscire dall’impasse. Facile a dirsi. A farlo però si richiede un coraggio che il nostro primo cittadino dimostra di non avere.
E’ già successo in passato (ricordo il caso del “licenziamento” del vicesindaco Baroni e dell’assessore Clerici), quando il Sindaco si è limitato ad eseguire decisioni prese altrove. Un copione che sembra ripetersi oggi anche se la situazione appare un po’ più complicata per il livello raggiunto nello scontro tra i due contendenti (e al loro interno).
Ad ammetterlo è lo stesso segretario cittadino della Lega Nord quando afferma che: “Non accetteremo tuttavia che si utilizzi questo “non accordo” per reiterare forme di ricatto istituzionale nei confronti di Attilio Fontana che deve essere lasciato in condizione di decidere serenamente se nominare nella più totale autonomia i nuovi membri del CdA, oppure prorogare l’esistente consiglio di amministrazione fino al 2016”.
Parlare di “reiterato ricatto istituzionale” con tanta disinvoltura è davvero sconcertante e lo è ancora di più in ragione del fatto che queste gravissime dichiarazioni sono passate sotto silenzio.
Mi aspettavo dal Sindaco almeno uno scatto di orgoglio, un dignitoso “adesso basta”. Invece, no! Si procede come se tutto fosse cosa normale. Ovviamente normale non lo è per niente.
Perciò o Fontana è in grado di assumere le decisioni del caso senza perdere altro tempo e in piena autonomia oppure, per il bene della città e anche il suo, si dimetta!
In questo caso l’epitaffio è già stato scritto proprio dal suo segretario cittadino.
Rocco Cordì
Capogruppo Sel Varese