Martedì 23 luglio 2019 compie cinquant’anni Paolo Franzato, eccellente uomo di cultura varesino che col suo intenso lavoro ha rivoluzionato il tessuto teatrale del territorio, ottenendo importanti riconoscimenti in campo nazionale ed europeo.
Regista, pedagogo, psicodrammatista, attore, scenografo, coreografo, direttore artistico e culturale, formatore, professore abilitato e specializzato. Ricercatore, sperimentatore, studioso, innovatore, pioniere. E’ difficile contenere nei limiti di un articolo anche solo l’elenco dei numerosi lavori che ha realizzato, ma è anche arduo immaginarli vissuti in una sola unica vita. Proviamo a farne una breve sintesi.
Paolo ha realizzato oltre 290 diversi spettacoli (produzioni, non repliche!) nei suoi diversi ruoli (regista e/o interprete, a volte anche autore). Ha studiato e lavorato con i maggiori artisti e maestri in assoluto dell’arte scenica contemporanea mondiale, quali Eugenio Barba, Pina Bausch, Maurice Béjart, Carolyn Carlson, Jerzy Grotowski, Lindsay Kemp, Johann Kresnik, Yves Lebreton, Susanne Linke, Marcel Marceau, Kazuo Ohno, Wim Vandekeybus, Julia Varley, Sasha Waltz, Maureen Fleming e Chris Odo, Akira Kasai, Kayo Mikami, Yoshito Ohno, Judith Malina e Hanon Reznikov del Living Theatre.
Ha fondato e dirige la prima scuola teatrale varesina e la più longeva (l’Accademia Teatro Franzato). Ha creato e dirige il più longevo Festival teatrale varesino (“Teatro & Territorio”). Hanno scritto su di lui 5 tesi di laurea. Ha lavorato per 4 Università (dall’Italia alla Norvegia), nelle vesti di docente, tutor, correlatore e membro in commissioni di laurea. Ha creato la prima Festa Mondiale del Teatro a Varese, ed è l’unico sul territorio ad averla festeggiata ogni anno. E’ riuscito a ideare, organizzare, realizzare e promuovere eventi culturali con il maggior numero di artisti teatrali varesini e col maggior numero di scuole teatrali varesine, a testimonianza che a Paolo della competizione, delle rivalità e delle invidie non gli è mai importato nulla. A Varese, fin dagli anni ‘80, è stato il pioniere:
-
del teatro contemporaneo, culturale, antropologico, di ricerca e sperimentazione;
-
della Pedagogia Teatrale secondo le lezioni dei Padri Fondatori del XX secolo in tutti i contesti educativi e formativi e per tutte le età (scuole teatrali, scuole di ogni ordine e grado, laboratori, stage, workshop, eccetera);
-
dell’utilizzo dell’attività teatrale quale strumento sociopedagogico e psicopedagogico, di prevenzione, inclusione e recupero;
-
del teatro (sia come evento sia come laboratorio) nelle carceri di Varese e di Busto Arsizio;
-
nel coinvolgere, attivare e valorizzare le periferie (persone, enti, strutture) e tantissimi spazi non-teatrali;
-
nel proporre audaci testi di autori quali Fassbinder, Carmelo Bene, Garcia Lorca, Valentin, Wilde, Artaud, Beck, Brecht, Brook, Campanile, Craig, Piscator;
-
nel promuovere varie opere inedite ed originali sia di drammaturgia sia di musica contemporanea.
Tra i massimi esponenti della regia teatrale di opere pasoliniane, ha avuto l’onore e il privilegio di realizzare uno spettacolo (tra i tanti diretti con testi di Pier Paolo Pasolini) su una drammaturgia inedita mai pubblicata, a testimonianza della stima degli eredi nei confronti di Paolo. Inoltre le sue regie pasoliniane sono state inserite nell’importante libro di Stefano Casi “I teatri di Pasolini” (con introduzione di Luca Ronconi, edizioni Ubulibri) accanto alle messinscene di Vittorio Gassman, Mario Missiroli, Elio De Capitani, Federico Tiezzi, Luigi Squarzina. Ha collaborato con centinaia di musicisti di ogni genere ed ha realizzato il primo spettacolo teatrale nella storia dedicato a Mia Martini.
E’ Direttore Artistico di 4 contesti teatrali, ha conseguito 8 titoli accademici, in 35 anni di teatro ha realizzato vari spettacoli sia con molti artisti internazionali sia con produzioni europee, in 30 anni di insegnamento ha trasmesso la sua arte a decine di migliaia di allievi.
I nostri migliori auguri Paolo e cento di queste vite!
P.S.: Paolo non è figlio d’arte, non è nato ricco, non ha mai ricevuto favoritismi da partiti politici o movimenti vari e non appartiene a nessuna casta.