Aiutiamoli ad aiutarsi: al via un progetto di prevenzione degli abusi sui minori nelle scuole cittadine

Il problema dell’abuso sui minori è una realtà presente nel nostro Paese, che, sebbene le numerose azioni di sensibilizzazione svolte da associazioni private e pubbliche in questi anni non ha subito alcuna flessione

29 Ottobre 2019
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Prende il via nei prossimi giorni il progetto “Aiutiamoli ad aiutarsi”, promosso dalla Cooperativa Sociale Davide onlus – Centro per la tutela del Bambino con la collaborazione dell’Amministrazione comunale.
Si tratta di un corso di prevenzione all’abuso minorile che coinvolgerà circa 700 minori tra 9 e 10 anni, oltre a docenti e famiglie.

Il problema dell’abuso sui minori è una realtà presente nel nostro Paese, che, sebbene le numerose azioni di sensibilizzazione svolte da associazioni private e pubbliche in questi anni non ha subito alcuna flessione.
In Italia sono ancora pochi gli interventi primari di prevenzione sui bambini, mentre negli Stati Uniti, come in altre nazioni europee, la maggioranza delle scuole pubbliche inferiori e superiori inserisce nei propri programmi didattici la prevenzione dell’abuso sessuale.
A conferma dell’utilità degli interventi di prevenzione nella scuola dell’obbligo, è stato pubblicato uno studio retrospettivo condotto negli U.S.A. dal quale risulta che le donne, che riferiscono di aver partecipato a programmi di prevenzione dell’abuso sessuale da bambine, hanno una probabilità dimezzata di divenirne vittime di violenze, rispetto alle donne, che non hanno seguito programmi di prevenzione (Gibson e Leitenberg, 2000).

In Italia gli interventi primari di prevenzione coi bambini necessitano di un deciso potenziamento, anche alla luce di nuovi scenari che si aprono con l’uso della tecnologia (adescamento on line, sexting, cyberbullismo e in generale diffusione in rete di materiale pedopornografico).
Fare prevenzione attraverso interventi educativi è molto importante perché permette agli adulti di parlare coi bambini dei fattori di rischio e dei fattori di protezione relativi all’abuso sessuale, aiutandoli ad aiutarsi qualora si trovassero coinvolti in situazioni a rischio. (Alberto Pellai, 1999).

Il progetto che sarà realizzato in città si propone di effettuare una prevenzione primaria su larga scala arrivando a coinvolgere i bambini che frequentano la scuola dell’obbligo, di sperimentare un modello educativo fondato su uno sforzo cooperativo ed integrato da parte di educatori, insegnanti e genitori, di rinforzare la rete di protezione perché sia concreta, funzionale, efficace.

Il progetto si snoda attraverso quattro direttrici:

1. percorso laboratoriale esperienziale rivolto ai bambini delle classi IV della scuola primaria che consta di 5 incontri di 2 ore per ciascuna classe, alla presenza dell’insegnante di riferimento, con questi temi:
a) il sé corporeo e il rafforzamento autostima
b)le differenze tra il maschile e il femminile, dalle prime emozioni all’innamoramento/far l’amore, concepire un bambino/gravidanza e parto
c)Imparare a rispettare e valorizzare il proprio corpo e quello altrui, comprendere le differenze tra il “tocco positivo” e Il “tocco negativo”, incrementare la capacità di dire NO.
d)come riconoscere situazioni a rischio e individuare il comportamento adeguato per affrontarle
e)l’importanza di potersi fidare di adulti affidabili, la molestia sessuale, le regole di auto-protezione, riflessioni rispetto all’uso dei social network.
f)come identificare le figure di riferimento a cui chiedere aiuto, l’importanza di raccontare quanto accaduto superando le condizioni di paura e imbarazzo, rinforzo della capacità di dire no, la differenza tra segreto e sorpresa
2. percorso formativo per i docenti (un docente referente per ogni classe) di 3 incontri di 2,5 ore volti a migliorare le competenze professionali degli educatori nella prevenzione del maltrattamento e dell’abuso sessuale.
Nello specifico nel primi tre incontri i docenti potranno approfondire il tema con formatori esperti, nel quarto un docente rappresentante per ogni Istituto potrà costruire insieme ai referenti degli enti pubblici comunali e delle forze dell’ordine le prassi relative alla segnalazione.
3. Due incontri informativi per genitori di 1 ora ciascuno, volti a far conoscere loro il progetto in cui sono coinvolti i figli, sensibilizzare al tema e rafforzarli nella loro funzione educativa.
4. Una tavola rotonda con i referenti degli enti pubblici, i professionisti del progetto e con la presenza del Dott. Alberto Pellai. Obiettivo triplice della serata: restituire alla cittadinanza quanto emerso dal progetto, sensibilizzare al tema e contribuire ad attivare riflessioni.

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