
Uno spettacolo per ricordare la celebre modella Suzanne Valadon, che incantò i più grandi pittori della Parigi di fine Ottocento e che per liberarsi dell’immagine che le dipinsero addosso diventa lei stessa una splendida pittrice.
In un’atmosfera onirica, tra i can-can e l’assenzio della bohème, si racconta la storia di Suzanne Valadon. Tutti si invaghiscono di lei e lei di tutti diviene amante: Renoir, Degas, Toulouse-Lautrec. Intraprende il ruolo “passivo” che l’uomo ha sempre, di buon grado, consentito alla donna nell’universo dell’arte: musa ideale, modella abituale, compagna di letto. Suzanne si aggrappa a quell’arte che vorrebbe solo ritrarla e passa dall’altra parte della tela: comincia a dipingere, dipinge come un’arrabbiata e si spoglia delle immagini che altri le hanno dipinto addosso.
La incontriamo in un sogno, una visione. Bianca come la neve in cui è nato suo figlio, il celebre pittore Maurice Utrillo. Bianca come la neve da cui ora suo figlio è sommerso, lacero, ubriaco, derubato e pestato a sangue. Bianca come la tela vergine da ricominciare a dipingere. Racconta la sua storia come fosse una favola, e ci mostra come l’arte sia una malattia che ti ammala per farti guarire dalla vita.