“Semplicemente Mia”. A Varese lo spettacolo per celebrare Mia Martini

L’opera teatrale è tratta dal libro “Mi chiamo” di Aldo Nove. Regia di Michele Todisco con Clarissa Pari, Laura Fedele (cantante) e Sara Pennacchio (lettrice). Una produzione Coopuf-Lab ed Estro-Versi

18 Maggio 2014
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Semplicemente Mia Una donna. La sua vita. Una cantante. La sua tragedia. Vittima dell'ignoranza degli uomini anche in un ambiente, quello dell'arte, che dovrebbe esserne immune. E così la tragedia diventa ancora più grande. La storia di Mia Martini, raccontata nel libro di Aldo Nove, diventa un'opera teatrale, grazie alla Coopuf-Lab e all'associazione Estroversi. “È una storia tragica e assurda, perché mette in luce come l'ignoranza, legata alla superstizione, colpisca e sia diffusa anche in un ambiente, come quello artistico, che dovrebbe essere invece immune da questo tipo di atteggiamenti e pregiudizi” spiega il regista Michele Todisco

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Una storia, insomma, non facile da portare sul palco. “Ho cercato di mettere in lei più luce possibile – racconta l’attrice Clarissa Pari – soprattutto quando racconta come abbia sempre amato le parole, fin da bambina. L’amore per le parole, per la poesia. Ci sono passaggi dove spiega come le parole contengono cose che, nel momento in cui vengono dette, possono diventare vere”. E la parola, di conseguenza, “può anche uccidere. Quando l’ignoranza la guida”.
Un’opera che si accompagna con la musica di Laura Fedele e le letture di Sara Pennacchio.
“Laura Fedele interagisce, colora miei stati d’animo – continua la protagonista – ci sono molti contrasti luce e buio, e si gioca sugli spazi”.

Interpreti

Un’opera molto diversa dalle precedenti produzioni di Coopuf-Lab. L’ultima delle quali, Il Comandante Claudio, è infatti di carattere storico.
“Ho lavorato sulla ricerca di una dimensione più metafisica – spiega il regista – da uno spazio reale, dove entra la lettrice, Sara Pennacchio, con il libro di Aldo Nove, che rappresenta il momento attuale, si apre invece la realtà metafisica dove si muove l’attrice che impersona Mia Martini. La scenografia è divisa in tre: il letto, gli scalini e il palco, che rappresentano quindi le tre dimensioni esistenziali. Il letto la depressione, gli scalini il livello intermedio, il palco la luce, ovvero il ritorno alla vita, il luogo dove raggiunge la sua forma”.

“Mi sono rispecchiata in una parte della personalità di Mia Martini – dice Clarissa – il teatro, fin da bambina, ha rappresentato per me quello che il canto rappresentava per lei. Mia Martini si salvava fin da piccola attraverso la canzone, lei la canzone le medicava le ferite, come diceva. E per me il teatro è lo stesso”.

Lo spettacolo rientra nel cartellone Color-Arti, promosso dall’associazione Estro-Versi.

Lo spettacolo

“Semplicemente Mia” sarà portato sulle scene oggi, domenica 18 maggio 2014, alle 21 al Teatrino Santuccio, via Sacco 10, Varese -Ingresso Euro 10,00 – ridotto Euro 8,00. I biglietti si potranno acquistare direttamente la sera dell’evento. Lo spettacolo teatrale è  liberamente tratto dalla biografia “Mi chiamo” di Aldo Nove e prevede la partecipazione dell’attrice Clarissa Pari che interpreterà il ruolo di Mia Martini, Laura Fedele (piano e voce) a cui sarà affidata la voce e l’interpretazione delle splendide canzoni della cantante calabrese. Scenografia e luci a cura di Coopuf-Lab. Regia Michele Todisco, con la partecipazione di Sara Pennacchio nel ruolo di lettrice. Raccontare Mia Martini non è solo riportare alla memoria una grande artista e cantante ma raccontare di come si può distruggere una carriera e una vita con il pregiudizio e la superstizione. Un talento “sporcato, umiliato, offeso” da una delle accuse più pericolose che in una comunità si può attribuire ad una persona: iettatrice, colei che porta male. Il libro di Aldo Nove con un linguaggio diretto e poetico ci racconta della cantante della sua infanzia, del rapporto col padre, delle sue passioni, del percorso artistico, delle paure e dell’impossibilità di poter uscire da quella maledizione che l’ha portata all’estremo gesto. La scena è concepita su tre piani, ognuno ha un livello diverso di lettura.

Il primo livello è il letto dove è stata ritrovata morta il 12 maggio 1995 mentre aveva le cuffie in testa e lavorava alla sua prossima canzone. Il letto non è solo alcova ma posto di lavoro, dove “esorcizzare” le  paure e  riflettere per capire cosa le sta succedendo.  Il luogo della sua condizione estrema, ormai in preda alla disperata depressione che la porterà alla morte.

Il secondo è quello del ricordo, di una vita fatta di sogni di bimba e di quotidiana ricerca di semplicità. Dai gradini da salire, che la porteranno sul palco tra la gente che la ama e gradini da scendere che la porteranno nel luogo delle sue ultime ore di vita.

Il terzo è il palco, il sogno realizzato, il cielo toccato con il dito del successo della sua arte vocale. Da lì guarda l’invidia e la superstizione dei suoi colleghi e detrattori. Ma è lì che la sua voce diventa luce. Su di essi scorre la vita di Mia Martini.

Evento organizzato con la collaborazione del Comune di Varese; il patrocinio del Comune di Bagnara Calabra. Sponsor tecnici Generali Toro di Musajo e Minonzio, Actl , Ucc Teatro di Varese. Uno speciale ringraziamento allo Spazio Anfiteatro Santuccio. La rassegna si conclude venerdì 30 maggio alle ore 21.00 con lo spettacolo Male d’amor-ire; colore giallo “comprendere” (in collaborazione con le associazioni Mares,Filo Rosa Auser, Eos e Snoq Varese che da anni si dedicano alla violenza sulle donne) presso il Teatrino Santuccio. Uno spettacolo teatrale in cui l’arte incontra un tema che negli ultimi tempi si è rivelato emergenza sociale in Italia: la violenza sulle donne.

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