
La Corte d’Assise di Varese ha condannato all’ergastolo Stefano Binda per aver ucciso Lidia Macchi in un bosco a Cittiglio.
Binda, unico imputato nel processo, avrebbe ucciso la vittima con 29 coltellate nel gennaio del 1987.
Il processo si era riaperto nel 2015 quando Patrizia Bianchi, amica di Stefano Binda, si recò dagli investigatori affermando di aver riconosciuto la calligrafia dell’imputato nella lettera “In Morte Di Un’Amica”, recapitata a casa della famiglia Macchi il 10 gennaio 1987.
A seguito di questa testimonianza Binda veniva arrestato il 15 gennaio 2016.
Poco dopo le 13 del 24 aprile 2018, arriva la sentenza: la Corte di Assise di Varese ha condannato Binda all’ergastolo, lo ha interdetto dai pubblici uffici e ha stabilitole provvisionali di 200 mila euro per la madre della vittima, Paola Bettoni, e 80 mila euro ciascuno per il fratello e la sorella di Lidia.
“Una ragazza come Lidia non poteva morire in questo modo”- ha commentato alla fine dell’udienza la mamma di Lidia Macchi– “Ho sempre chiesto il colpevole, non uno a caso. Da quello che è venuto fuori durante il processo penso che Binda sia il colpevole”.
Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere 90 giorni.