La prima grande personale l’appuntamento centrale della primavera nella galleria varesina, che fin dalla nascita ha sempre caratterizzato la sua programmazione con mostre composte da tre artisti. L’esposizione sarà visitabile fino a sabato 2 maggio.
Le sue tipiche figure aeree, leggerissime, in bronzo, corda e anche vetro, prenderanno possesso dell’intero spazio della galleria. Caratterizzati dal fisico esile e dalle gambe lunghissime, i personaggi protagonisti dei lavori di Pinna sono senz’altro figli della poetica di Giacometti, alleggerita però della sua cupa drammaticità per acquisire una sorta di malinconico sorriso, uno sguardo tra l’ingenuo e il disincantato sulla realtà. Innamorato dei fumetti e di tutti i linguaggi capaci di parlare immediatamente al cuore della gente, l’artista riesce nella difficile impresa di comunicare emozioni, sentimenti, tratti psicologici senza il bisogno delle espressioni del volto (i visi dei suoi personaggi sono risolti in pochi tratti: la fronte e la linea del naso) ma con il solo incurvarsi pensoso di una schiena, o con l’inclinarsi del corpo in precarie situazioni di disequilibrio, lasciando nello spettatore un sottile senso di instabilità esistenziale.
“Penso che i miei lavori siano più delle domande che delle risposte”, dice Alex Pinna. E con la sua sfida forte e lieve al tempo stesso invita lo spettatore a ritrovare il suo lato ludico. Perché nella purezza del gioco, nella sua bellezza senza un fine specifico, c’è il senso reale della vita.
Alex Pinna nasce a Imperia. Frequenta i corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 1993 espone in mostre personali e collettive in tutta Italia. Tra le ultime è da ricordare la mostra allestita presso le sale della Fondazione Mimmo Rotella a Catanzaro (2012). All’estero il suo lavoro è stato presentato a Shanghai, Tel Aviv, Londra, New York e Lugano. Dal 1997 è quasi sempre presente alle edizioni di Arte Fiera Bologna e MIART. Vive e lavora a Milano.