Per festeggiare il venticinquesimo anno di attività il coro ha invitato il Maestro Pierangelo Gelmini, che li dirigerà nell’esecuzione del requiem di Mozart in una suggestiva versione teatrale con l’accompagnamento dall’Orchestra Sinfonica del Lario.
Costanza la vedova di Mozart e due figli, Karl Thomas di sette anni e Franz Xaver Wolfgang di sei mesi: questa era la situazione della famiglia Mozart al momento della morte del capofamiglia, nella notte fra il 4 e il 5 dicembre 1791. Mezzi di sussistenza? pochi, per non dire irrisori. Aiuto da parte di amici e ammiratori? inconsistente, se non addirittura nullo. L’imperatore Leopoldo II? qualcosa era disposto a fare, e a dare; ma per stimolare l’appoggio delle autorità, era necessario che il nome di Mozart, e soprattutto la sua musica, continuasse a vivere, a circolare, a essere richiesta. Potremmo stupircene, oggi; ma allora, sul finire del Settecento, non era per nulla consueto riascoltare le opere, le sinfonie, le sonate di un compositore defunto. Bisognava impegnarsi, chiedere, sollecitare; bisognava che i teatri rappresentassero le opere di Mozart, che gli editori stampassero le sue partiture. Per Costanza non esisteva un’altra strada: se voleva sopravvivere, se voleva dare ai figli una onorevole esistenza, doveva dedicarsi a tener vivo il ricordo del marito. Ritornò a fare la cantante, chiedendo anche aiuto ad altre due cantanti, assai più qualificate di lei, le sue sorelle Aloysia e Josepha, e fece più volte eseguire la Clemenza di Tito e l’Idomeneo. Si rivolse a due importanti editori tedeschi, e diede avvio alla pubblicazione di molti inediti mozartiani.
Fra questi inediti c’era anche il Requiem, che era necessario giungesse nelle mani del conte Walsegg che l’aveva ordinato e preventivamente pagato; ma poiché era rimasto in sospeso, Costanza fece in modo che diventasse eseguibile, grazie ai completamenti realizzati da Süssmayr, il giovane allievo del Maestro. Ma il Requiem , una volta nelle mani del conte Walsegg, avrebbe potuto perdersi nel nulla, poiché il committente intendeva eseguirlo in memoria della moglie defunta facendolo passare per una propria composizione, e non era nel suo interesse divulgarne l’autentica paternità svelando la sua infantile velleità di compositore. Fu così che Costanza decise di cederlo a un editore, affinché venisse pubblicato con il nome di Mozart: una scorrettezza, non c’è alcun dubbio, che noi tutti siamo propensi a perdonarle. Ed è lei stessa, oggi, a raccontarci con le sue parole questa strana vicenda, che saremmo portati a considerare del tutto improbabile, se non fosse assolutamente vera.
Coro da Camera Sine Nomine Città di Varese e Orchestra Sinfonica del Lario: Soprano Beatrice Binda, Contralto Jee Hee Han, Tenore Filippo Pina Castiglioni, Basso Carlo Andrea Masciadri, Voce Recitante Elisa Salvaterra. Testi Eduardo Rescigno. Direttore Pierangelo Gelmini. Maestro del coro Giuseppe Reggiori.