
, grande stilista e imprenditore che ha vissuto la maggior parte della sua esistenza in provincia di Varese.
“Il suo lavoro e il nostro territorio sono indissolubilmente legati – dice Clerici – questo innanzitutto per rispondere a quelle critiche che veramente ci hanno stupido su cosa avesse fatto per Varese Missoni. Si tratta di una proposta di intitolazione che non nasce solo da me, ma a cui tutta la giunta, a partire dal sindaco, sta lavorando da tempo. E giusto una settimana fa è stato chiesto proprio dalla giunta di accelerare i tempi per l’intitolazione. Da qui le mie dichiarazioni pubbliche”. Inoltre, il provvedimento è stato anche sottoposto alla famiglia dello stilista. “La scelta del parco non è casuale – continua Clerici – e nasce proprio dalla volontà di legare una figura come quella di Missoni, un grande stilista, ad un luogo elegante. Una delle ipotesi, quella che mi sentirò di avanzare, consiste nella scelta di dedicargli l’area della fontana, che rappresenta una delle parti più suggestive. Non solo. Sarebbe anche perfetta per ospitare una sfilata”.
Insomma, il “Parco Missoni” potrebbe non coincidere con tutta l’estensione del verde pubblico presente nell’area. “I giardini sono molti ampi e variegati, per richiamare appunto la figura di Missoni occorre scegliere un’area di riferimento. Voglio poi aggiungere che, anche per rispondere a chi si è improvvisato conoscitore della storia varesina, che come amministrazione non abbiato trascurato tutti gli aspetti storici della villa e del giardino”.
Il primo punto esposto da Clerici è quello della difesa dell’intitolazione: “Tutti conoscono la bellezza dei giardini di Villa Toeplitz, che sono unici proprio grazie agli elementi diversi tra loro che sono stati inseriti per volontà di Edvige Toeplitz, che ne fanno un parco tra i più eclettici. E quindi ancora di più, come dicevo, il legame che può esserci con la figura di Missoni”.
E quindi una risposta sul fatto che la villa non venne mai donata al Comune, ma di fatto l’amministrazione, quarant’anni fa, ne entrà in possesso in cambio di diritti edificatori. “Il Comune entrò in possesso del parco e della villa nel 1972, dalla famiglia Mocchetti, in cambio della cessione di diritti edificatori per la collina di via Cernuschi. Non fu quindi una donazione, ma uno scambio a titolo oneroso”. I Mocchetti erano i proprietari della villa quindi da crica trent’anni, quando la acquistarono dagli eredi dei Teoplitz alla fine degli anni Quaranta.
Clerici poi si sfoga dicendo apertamente come “la famiglia Missoni ha anche fatto sapere di essere disponibile a lasciar perdere l’intitolazione, nel caso di polemiche. Questa è la differenza di tempra morale tra i famigliari del grande stilista e chi invece per pura visibilità si dedica a sterili polemiche”.
Infine, l’assessore ricorda anche che ci sono già due vialetti, all’interno del parco, che sono stati intitolati negli anni scorsi ad altre due personalità: uno a Josemaria Escrivà, fondatore dell’Opus Dei e canonizzato nel 2002, e un altro a Giulio Preti, filosofo. E quindi: “Nessuno vuole sovrapporre altri figure a quella dei fondatori del parco e della villa, ma come è stato in passato aggiungere un tributo in uno dei luoghi più belli ad una personalità che, per quello che ha dato a Varese, se lo merita”.