Varese: inaugurata la nuova zona pedonale

L’isola di piazza Giovine Italia e via Donizetti operativa con uon sguardo al passato, quando c’era il teatro sociale

24 Settembre 2015
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Una targa scoperta in ricordo del Teatro sociale, in via Rossini, abbattuto nel 1953. Un’inaugurazione che ha il sapore della memoria, quella di stamattina, all’isola pedonale tra piazza Giovine Italia, via Donizetti e appunto via Rossini. Presenti il sindaco Attilio Fontana, e gli assessori Sergio Ghiringhelli, Riccardo Santinon, Fabio Binelli e Giuseppe Montalbetti.

«Siamo a inaugurare la zona pedonale, e voglio sottolineare la positività della scelta fatta – ha detto il sindaco -: la gente è contenta. Ci chiedono di ampliare le aree pedonali. Lo terremo in considerazione, ma non in modo acritico, facendo tutte le valutazioni in modo che possa essere utile ai cittadini. Questa zona è diventata molto più bella e vissuta. Qui alle nostre spalle sorgeva il teatro sociale abbattuto nel 1953, lo ricordiamo con questa targa. L’abbattimento fu un danno irraccontabile per la città». L’assessore Ghiringhelli ha spiegato come «l’allargamento dell’isola pedonale la dice lunga di come vediamo Varese».

«Ora la vera sfida  è far vivere le vie, favorire anche le attività commerciali. Un dato secondo me significativo, che indica l’attrattività della città: 54 marchi di franchising sono interessati ad eventuali aperture a Varese. Come amministrazione scommettiamo nella zona, con il proseguimento di eventi collaterali, come mercatini e iniziative».

«I lavori sono stati realizzati in tempi ragionevoli – ha aggiunto l’assessore Santinon -. I costi sono passati da 300 a 320 mila volendo compiere l’opera in modo definitivo. Grazie alle imprese che hanno svolto un ottimo lavoro, disponibili alle richieste non solo del Comune ma anche dei commercianti e dei residenti. Grazie anche all’ufficio tecnico del Comune e ai progettisti. Restano da posizionare altre panchine, una rastrelliera, alcuni archetti salva pedoni agli ingressi, entro l’anno sarà posizionata anche una telecamera per il controllo della Ztl in via Donizetti. Entro l’anno sarà pronto il bando». Nel frattempo tra via Rossini e piazza Giovine Italia è stata installata la nuova postazione di bike sharing. Per l’assessore Binelli «il risultato di oggi è il risultato del lavoro passato: nel 2012 il progetto era inserito nel Piano Urbano della Mobilità. La proposta è stata accolta con entusiasmo dal consiglio comunale, che anzi ci ha dato un’accelerata. La giunta ha svolto un duplice lavoro: reperire le risorse per

la sistemazione e trovare il consenso di chi vive e lavora qui», Infine l’assessore Montalbetti ha ricordato che quando era presidente della circoscrizione 1 «il progetto sembrava un desiderio lontano e difficile, realizzato oggi. Un grande impegno porta a grandi risultati».

 

Il Teatro è stato costruito nel 1774 per volere del duca Francesco III sull’area del soppresso convento dei Padri Gerolimini perché il Teatrino Ducale si era rilevato insufficiente alle rinnovate esigenze del borgo; la stagione lirica, iniziata nel 1779 e interrotta solo per pochi anni per la scadenza della concessione ducale nel 1790, proseguì in seguito nella struttura realizzata sotto la direzione dell’ing. Ottavio Torelli, con annesse sale da ballo, da gioco e da caffè. Il nome “Sociale” gli venne dato perché era frutto della volontà e dell’impegno di un gruppo di soci: con 280 posti in platea, tre ordini di palchi ed un loggione per complessivi altri 200 posti, il Sociale, inaugurato nell’ottobre del 1791, sarebbe diventato un importante punto di riferimento per la vita di Varese, 1nonché motivo di gloria vanto per la città per la sua “eccezionale acustica paragonabile al Regio di Parma e alla grande Scala di Milano”, nonché per la sua lungimiranza nell’accogliere e, pare, talvolta anche anticipare le più acclamate novità liriche (Il Barbiere di Siviglia di Giacomo Rossini fu rappresentato a Varese nel 1810 e a Milano solo nel 1820; la Boheme di Puccini nel 1896, un anno prima di Milano. Di fatto divenne ben presto un luogo privilegiato di incontro culturale o ricreativo della vita cittadina e simbolo della cultura musicale; non a caso le vie adiacenti conservano ancora l’intitolazione ai principali musicisti italiani.

“La via del Teatro, che si diramava sulla destra del Corso […] inquadrava, tra le alte, strette facciate delle sue case, la dignitosa, sobria fronte del settecentesco Sociale, al fianco del quale sarebbe nato l’ottocentesco ospedale del Gilardoni. La piazza, del Teatro, che si sarebbe detta anche dell’Ospedale, era un sito arioso e luminoso. La chiudeva, sulla destra di chi mira la torre, l’Albergo Ristorante Gambero, che risvoltava verso la via della Pesa Vecchia, per la quale si giungeva in piazza Sant’Antonio”. La crisi iniziò negli anni 1933-34, in quanto non più rispondente alle norme di sicurezza dei locali pubblici, ma forse anche in parte in seguito all’avvio della costruzione del cinema Impero come terzo teatro e quarto cinema della città. Nel 1940 si chiuse infatti la tradizione della musica lirica e durante il conflitto mondiale venne requisito dai soldati e poi caduto in disuso, per essere poi definitivamente demolito il 18 settembre 1953, per far posto ad un più moderno palazzo.

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