“Quando ci sediamo su una panchina in cerca di un momento di riposo o per godere della vista di un paesaggio, quasi mai ci rendiamo conto di quanto questo oggetto, in apparenza banale e insignificante, funzioni come una vera e propria macchina visiva, «intelligente e visionaria», in grado di farci comprendere la realtà che abitiamo. Obbedendo a una semplice quanto efficace strategia visiva, la panchina, mentre apparta dal flusso del mondo, crea situazioni e paesaggi particolari, insegna, suscita, cita. Orienta il nostro sguardo e modella il nostro stato d’animo.” Michael Jakob
E’ questo il tema del concorso che avrà luogo durante la settimana varesina dedicata al design: dal 7 al 13 aprile per le vie del centro città e non solo avranno luogo tantissime installazione legate al tema dell’arte e del design, tantissimi sono gli eventi in programma nel ricco calendario e tante novità saranno svelate giorno per giorno.
Per l’edizione 2017 c’è una sezione dedicata al design green e in quest’ambito è stato organizzato un divertente concorso aperto a tutti: l’obiettivo è quello di rivitalizzare alcune parti outdoor della città che vanta uno speciale connubio tra arte e natura con la presenza di importanti parchi cittadini e ville già a partire dal settecento. L’Associazione culturale Wareseable ha quindi organizzato questo concorso che ha la finalità di proporre nuove tipologie di panchine per esterno, con forme e materiali innovativi, ragionando sul ruolo che hanno nei parchi, nello spazio cittadino e in quello più intimo di spazio privato.
Il tema del concorso è stato ispirato dal libro di Michael Jakob “Sulla panchina” edito nel 2014 da Einaudi, in cui lo scrittore ci guida in un viaggio sorprendente attraverso i giardini e le epoche, dalla Toscana rinascimentale alla Francia del Settecento, dalla Russia degli anni Venti ai paesaggi industriali della contemporaneità, provando a ricostruire le molteplici vite di un’entità desueta: dalle panchine reali, come le «panche di via» di Firenze o Pienza e quelle stravaganti di Bomarzo, a quelle letterarie (Rousseau, Stifter, Sartre), artistiche (Manet, Monet, Van Gogh, Liebermann) o cinematografiche (Vertov, Antonioni). Un saggio di cultura visuale colto e raffinato, accessibile – per il fascino dei temi, l’originalità dell’impostazione, l’eleganza della scrittura e la ricchezza dell’apparato iconografico – anche al lettore curioso.