Varese, Cordì (Sel): “Su piazza Repubblica e l’ex Caserma Garibaldi la difesa di Fontana è debole”

Il consigliere comunale di sinistra attacca la posizione del sindaco, che nei giorni scorsi aveva risposto al Pd sottolineando l’impegno dell’amministrazione sul comparto del centro cittadino e la necessità di mediare con le disposizioni della Soprintendenza

04 Agosto 2014
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Progetto

Dopo un dibattito durato oltre 20 anni e (fino ad oggi) costato ai varesini oltre 6 milioni di euro, si dice che sulla destinazione dell’ex Caserma Garibaldi finalmente si intravede la luce. Bene, non possiamo che esserne felici.

Nell’attesa però che il confronto si sposti dai media alle sedi preposte penso sia opportuno fare qualche precisazione in particolare sulle recenti dichiarazioni del Sindaco.

Che il fantomatico piano B non è altro che una invenzione dell’ultima ora è dimostrato dal fatto che la maggioranza Lega, Ncd, FI, durante tutta la discussione sul PGT ha cocciutamente difeso l’idea di realizzare il nuovo Teatro “dentro la caserma”, respingendo tutte le proposte alternative formulate dalle opposizioni (a tale proposito mi permetto di richiamare le posizioni espresse da Sinistra Ecologia Libertà durante la campagna elettorale del 2011, grazie anche al contributo di Adriano Gallina, la cui competenza e professionalità sono ampiamente riconosciute).
Aggiungo che le ragioni di una tale scelta non sono mai state chiarite pur essendo in aperto contrasto con quanto deliberato il 22 novembre 2007 dal Consiglio Comunale con la delibera di acquisto dell’immobile (delibera n° 46/2007) e con il successivo parere della Soprintendenza.
Ecco cosa aveva deciso allora il Consiglio: “si conferma che lo stesso immobile (l’ex Caserma) rientra in un più ampio comparto per il quale si vuole promuovere un importante intervento di riqualificazione urbanistica che: a) risponda alle esigenze viabilistiche, b) tenga conto delle necessità e delle istanze connesse alla presenza del vicino Ateneo, c) rilanci il ruolo di Piazza Repubblica e ne garantisca una sicura fruizione pubblica, d) potenzi il patrimonio culturale; tale riqualificazione dovrà, oltre ad altre possibili funzioni anche pubbliche da determinarsi, prevedere la localizzazione di strutture culturali e la localizzazione del Teatro cittadino, se possibile all’interno del compendio immobiliare, ma comunque nell’area che comprende il compendio in oggetto, la Piazza Repubblica e l’area che ospita l’attuale teatro Apollonio”.
La possibilità di realizzare un teatro di 1200 posti all’interno della caserma era stata esplicitamente negata dalla Soprintendenza con un severo giudizo sullo Studio di fattibilità presentato nel 2010. Ciò nonostante, la maggioranza ha continuato a difendere strenuamente quella scelta facendola diventare parte integrante del PGT.

Dal 2007 sono trascorsi (inutilmente) sette (7) anni, ma nel frattempo nessuno è mai risucito a spiegare come mai il condizionale di allora “se possibile” sia diventato una “certezza” della quale solo oggi si ammette l’impraticabilità.
Il Sindaco si spinge a dire che non è lui ad aver cambiato idea ma la Soprintendenza. Bene! Per fugare ogni ombra di dubbio renda pubbliche “le garanzie scritte dalla Soprintendenza per la fattibilità di tale progetto” a sostegno della sua tesi.  Peccato che nelle carte a noi consegnate di tali garanzie non abbiamo trovato traccia alcuna.
Contrariamente a quanto vuol far credere il Sindaco, i pronunciamenti della Soprintendenza dal 2003 in avanti sono stati di una chiarezza esemplare ed anche se ci fosse stata qualche ambiguità nelle comunicazioni nessuno certamente avrebbe potuto ignorare i vincoli di legge gravanti sull’immobile.

In quanto poi alle disinvolte affermazioni che “non è accaduto nulla di irreparabile” e “non è stato speso un euro” mi riservo di riproporre nella sede opportuna gli interrogativi già da me sollevati  con una specifica mozione, rapidamente bocciata da una maggioranza altrettanto disinvolta.  Qualcuno potrà dire “niente di nuovo sotto il sole” nel Paese in cui “rinvio” e “provvisorietà” assumono spesso i contorni dell’eterno…sì, però qui siamo a Varese dove da 22 anni governa la Lega, quella dei borgomastri dall’efficienza incorporata e del falò dei riti romani. Una Lega che in realtà di quei riti ha ampiamente abusato rivelandosi, alla prova di governo, solo chiacchiere e distintivo.

Rocco Cordì
Capogruppo Sel

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