Un progetto per il Grand Hotel Campo dei Fiori. E il Comune punta a rimuovere le antenne

I due progettisti, Marco Colnago e Cristina Monesi, hanno presentato al Pida l’ipotesi di recupero non solo della struttura alberghiera, ma di tutto il complesso, compresi ristorante e funicolare

07 Luglio 2014
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Un progetto per riaprire il Grande Hotel Campo dei Fiori. Come centro di benessere. Non è più solo un’idea, ma c’è anche un progetto concreto, presentato da Marco Colnago e Cristina Monesi, compagni di studi e progettazione (leggi qui). 

Da oltre un anno, infatti, la proprietà del Gran Hotel, oggi chiuso ed utilizzato solo come sito per le antenne, ha fatto sapere di essere interessata ad una riapertura. Proposta che è stata anche discussa con le istituzioni. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni avrebbe chiesto al Comune di sostenere questo progetto. Infatti, l’assessore all’Ambiente, guidato da Stefano Clerici, sta lavorando allo spostamento delle antenne. E una bozza di progetto probabilmente sarà presentata a breve.

“Il progetto propone la reinterpretazione – si legge nella presentazione – e il recupero funzionale del Grand Hotel Campo dei Fiori, alto esempio di architettura Liberty di inizio ‘900, suggerendo nuove modalità di fruizione degli spazi interni dedicati al soggiorno degli ospiti. Attraverso l’inserimento nel cuore della struttura di un centro benessere in grado di offrire servizi di alto livello si vuole riportare in auge una location unica per panoramicità e storia posta nelle vicinanze di Milano”.

E quindi entrano nei dettagli: “Molti sono gli esempi di edifici, anche di grande pregio, lasciati in stato di completo abbandono: tra questi c’è il Complesso al Campo dei Fiori, realizzato secondo il progetto dell’Architetto Milanese Giuseppe Sommaruga nei primi del ’900, sulla vetta del Monte Tre Croci, a nord della Città di Varese.
Il complesso, composto da una stazione di arrivo per la funicolare, un ristorante belvedere ed un sontuoso albergo in stile liberty, giace in uno stato di inutilizzo da oltre 60 anni.
Sin da piccoli siamo sempre stati affascinati dall’imponente struttura che domina la città con la sua grandezza e, con il passare degli anni e lo svolgersi degli studi universitari, ci si è spesso domandati come potesse apparire quel luogo negli anni del suo splendore”.

Un progetto che è stato presentato e sta concorrendo al Premio Internazionale Ischia di Architettura. La giuria sarà popolare e il voto telematico.

“Il nostro progetto vuol essere una proposta di intervento valida e compiuta da proporre ai proprietari, affrontando le varie problematiche circa il riutilizzo di una struttura di pregio architettonico con l’inserimento di un albergo di lusso e un centro benessere di alto livello.
Il layout funzionale interno prevede il recupero delle originarie destinazioni d’uso degli ambienti principali come le cucine e gli ambienti di servizio, il salone polifunzionale, la sala ristorante, nonché le camere da letto. L’intervento sulle stanze per il soggiorno della clientela, mediante l’abolizione dei tavolati interni e la loro sostituzione con pareti attrezzate rimodulabili, prevede la possibilità di declinare i locali in tre tipologie principali: camere doppie, junior suite e senior suite. L’associazione degli ambienti potrà quindi essere facilmente personalizzata sulla base delle singole richieste degli utenti.

L’intervento principale prevede l’inserimento nel cuore della struttura di un centro benessere.
Partendo dal piano primo seminterrato, caratterizzato da grandi aperture circolari rivolte verso sud, troviamo una grande palestra unitamente ad una reception dedicata, un zona ristoro ed un salottino relax.
Dal secondo al quinto piano fuori terra, la struttura presenta due grandi cavedi simmetrici che affiancano e incorniciano alcuni locali destinati ad ospitare il centro benessere. Transitando attraverso un corridoio vetrato aperto sui due cavedi opportunamente inverditi, la clientela viene accolta dal personale presente nella reception circolare e indirizzata nei vari locali a seconda dei trattamenti cui desidera sottoporsi. Ai vari piani il centro offre servizi tematizzati: al secondo piano si trovano servizi massoterapici e una grotta di sale, mentre al terzo e al quarto piano sono collocati servizi legati al benessere idrotermale come sauna, bagno turco, idromassaggio, cromoterapia e docce scozzesi.
Il quinto piano, caratterizzato da un ambiente openspace, viene invece destinato a centro congressi e zona espositiva, raggiungibile in modo indipendente dal resto della struttura.

Le aree esterne, caratterizzate dalla presenza di interessanti fenomeni carsici sotterranei, saranno interessate da operazioni volte ad un generale ripristino delle alberature e dei percorsi originari.
Ci auguriamo che questo nostro lavoro riporti l’attenzione da parte del pubblico, della Proprietà, nonché delle Amministrazioni Pubbliche sulla questione del recupero del Complesso alberghiero del Campo dei Fiori, ennesimo esempio di bene architettonico dall’alto valore storico- artistico e parte fondamentale della storia della Città di Varese, lasciato in stato di quasi completo abbandono”.

Il punto fondamentale sarà il ripristino di un collegamento con la città.

“Per garantire il successo e la validità del recupero funzionale del Grand Hotel non ci si potrà concentrare unicamente sulla struttura alberghiera, ma dovranno essere predisposte operazioni su larga scala, volte al recupero dell’intero complesso Liberty.
Una volta ripristinati efficientemente i collegamenti con la Città di Varese, si potrà quindi valutare nel dettaglio la fattibilità del progetto di recupero funzionale del Grand Hotel Campo dei Fiori, operazione che, a fronte dell’implementazione di valide quanto necessarie modifiche ai soli ambienti interni, permetterà di interrompere la decadenza cui la struttura è soggetta.
L’adattamento alle nuove esigenze tecnologiche conseguenti all’ammodernamento funzionale dell’hotel permetterà alla struttura di slegarsi dall’idea di “monumento di se stesso” cui sembra relegata da anni, estendendo la vita utile dell’edificio e garantendo la possibilità di tramandare ai posteri un gioiello dell’architettura Liberty dalle caratteristiche uniche che andrebbe altrimenti perduto per sempre”.

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