Tradate, la Polizia chiude il “mercato” dello spaccio

Dopo lunghe indagini e la raccolta di prove fotografiche, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Gallarate hanno sgominato una rete di vendita di stupefacenti

21 Marzo 2014
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Era nato un vero e proprio supermercato dello spaccio nei boschi del Parco Pineta, in funzione dalla mattina al calar del sole e con tanto di “pali” armati di coltelli e machete a fare da sorveglianti agli accessi per le stradine in mezzo alla boscaglia. È quanto ha trovato la Polizia nel corso di un’indagine iniziata un anno fa e che lunedì verso mezzogiorno ha portato a fermare due giovani marocchini, incensurati, irregolari sul territorio nazionale e senza fissa dimora, in quanto gravemente indiziati del delitto di spaccio di stupefacente. 

Nati rispettivamente nel 1982 e 1988, sono stati condotti in Commissariato, identificati, sottoposti a fermo di polizia giudiziaria ed infine associati alla Casa Circondariale di Como a disposizione della Procura della Repubblica lariana. L’indagine, che si è avvalsa esclusivamente di metodi tradizionali, è partita dalle dichiarazioni di alcuni consumatori notati dagli agenti nel corso di specifici servizi di osservazione, in quanto il Parco è da tempo noto quale luogo prediletto di spaccio, specialmente da parte di delinquenti di provenienza nordafricana. Le informazioni raccolte sono state corroborate dalle perquisizioni ai consumatori che hanno fatto sequestrare dosi di cocaina, eroina e hashish, a riprova anche di una certa versatilità nel soddisfare le richieste di una ampia e variegata clientela, costituita da uomini e donne di età compresa tra i venti e i cinquanta anni, provenienti prevalentemente dalle province di Varese e Como.

Gli indizi a carico dei due spacciatori si sono rafforzati dopo individuazioni fotografiche ed avvistamenti, ed è stato in particolare grazie a questi ultimi, nel corso di ripetuti appostamenti condotti nella boscaglia, che si sono potute anche ricavare le abitudini operative dei due spacciatori.

Lo spaccio iniziava in tarda mattinata ed era effettuato in punti ben precisi della boscaglia, scelti con cura per l’ottima visuale e le vie di fuga e variati di volta in volta. Ai punti di spaccio si accedeva attraverso alcuni “sentieri corridoio” collegati direttamente dalla strada, vigilati da pali armati di coltelli e piccoli machete, e solo dopo un contatto telefonico o un riconoscimento personale da parte del palo. L’attività terminava quasi sempre al tramonto ed era prassi degli spacciatori consumare il proprio pasto sul luogo stesso, al riparo da occhi indiscreti. Particolarmente importante, vista l’impossibilità di rintracciare le loro eventuali dimore che si presume si trovino in provincia di Como, si è rivelata la consueta abitudine di raggiungere il Parco sfruttando passaggi in auto dai loro stessi acquirenti, ovviamente in cambio di dosi di stupefacente.

Lunedì mattina, quindi, con un ampio dispiegamento di personale in abiti civili, gli agenti del Commissariato hanno teso la trappola nel centro abitato di Castelnuovo Bozzente (Co) ed intercettato i due spacciatori mentre, a bordo di un’autovettura condotta da un trentasettenne malnatese, erano diretti al Parco Pineta.

Sono in corso ulteriori accertamenti investigativi per appurare l’eventuale coinvolgimento di altre persone nello spaccio.

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