
Sono momenti difficili al Pronto Soccorso di Varese, dove il deficit di posti letto ormai è cronico e, nonostante le promesse a più livelli, non è ancora stato risolto il problema annoso della “barellaia”.
Ci si attende un’affluenza record nella settimana appena iniziata, quando giungeremo al picco influenzale e in tanti raggiungeranno il Pronto Soccorso, complice un virus che quest’anno è decisamente violento e provoca febbre alta e problemi respiratori.
Nel fine settimana appena trascorso i problemi sono stati contenuti, grazie anche al clima mite, ma negli ultimi dieci giorni si è vissuta una vera e propria emergenza, con un “sold out” preoccupante: in alcuni giorni ben 70 barelle occupate. Giovedì scorso si era scesi invece a 43 barelle sparse per i vari corridoi del PS, mentre venerdì la situazione era (quasi) sotto controllo, con “sole” 26 barelle utilizzate.
I malati in trepidante attesa per un posto letto, questa mattina, lunedì 26 gennaio, erano 31 (di cui 6 da più di 3 giorni). Non è ancora scattato, inoltre, il piano di emergenza messo a punto dall’azienda ospedaliera: questione di giorni e vedremo se sarà sufficiente, come promesso, per evitare un ulteriore collasso del Pronto Soccorso.
Si tratta di un problema non certo facilmente risolvibile: “Se anche aprissero nuovi posti letto, non basterebbero“, commenta Cinzia Bianchi, delegata sindacale RSU della Cgil. “Il problema è che manca il territorio. La rete formata dai medici di medicina generale e dalla guardia medica non è sufficiente. Arrivano tutti in pronto soccorso: e sono casi difficili, che vanno gestiti e, quindi, ricoverati. È ora che la questione venga veramente affrontata a livello territoriale altrimenti in pronto soccorso l’emergenza ci sarà sempre”.