“Una delle mie idee nell’ambito della fotografia è quella dei progetti.
Ho iniziato diversi progetti che vanno di pari passo, diventando permanenti provocazioni (continue sfide). Mi stimola il modo di vedere la realtà che mi circonda. Le mie strade mi portano, sempre, nei posti dove trovo nuove fonti d’ispirazione, in un processo costruttivo che fa in modo che niente di ciò che inizi non abbia mai fine (non abbia limiti). I progetti mi attirano sempre, mi sottomettono, mi provocano …
Uno è questo mondo di Christo, un mondo di edifici “impacchettati”.
Sono sempre stato attratto da questi edifici vestiti in abiti da ristrutturazione, “nell’imballaggio” della separazione temporanea del nostro mondo. Ho considerato questo “imballaggio ” degli edifici come una garanzia tra due mondi, dove si verificano due fenomeni quasi antagonisti: lo scorrere della banalità/la quotidianità e la rinascita verso il futuro (anche se solo temporaneamente, però abbastanza confuso…)
A quelli situati nei due lati dei “confini” si da una possibilità limitata della percezione di quello che sta succedendo “là fuori”. In questo modo si crea un ” qua” e “la” che spesso si ignorano …Spesso fantastichiamo con la denominazione “edifici spose” per una serie di immagini. La lascio come sottotitolo?? Non è per caso la nozione “sposa ” troppo sublime per un progetto con accenti decisamente ordinari (comuni) e non troppo ottimisti ??!! Mi soffermo a riflettere nel frattempo che il tempo scorre, l’ispirazione si diversificherà, le immagini si raccoglieranno e i miei stati d’animo cambieranno. Allora forse, quando sentirò che il messaggio dell’intero progetto sarà un altro …”