Per il prossimo weekend a cavallo tra il mese di marzo e quello di aprile, in tutta Italia migliaia di attività commerciali resteranno aperte. Negozi, Ristoranti e Centri commerciale terranno le serrande aperte ma per questo motivo è iniziata una pesante protesta da parte dei sindacati (Cgil, Cils e Uil) a cui si unisce anche la Chiesa.
Le liberalizzazioni del governo Monti consentono l’apertura anche 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno. Una legge ancora in vigore nonostante in Parlamento si cerchi di cambiarla da almeno quattro anni. Il problema è di gestione di turni, ma anche di salari
La Regione del Veneto ripropone la battaglia per modificare la disciplina degli orari e delle giornate di apertura degli esercizi commerciali. Lo ha annunciato l’assessore regionale allo sviluppo economico e al commercio Roberto Marcato. “Le prossime festività pasquali sono l’occasione per rimettere al centro dell’attenzione la questione delle aperture senza nessun criterio di ragionevolezza”.
Al Veneto si unisce anche la Toscana, dove il governatore Enrico Rossi dichiara “La legge del governo Monti ha calpestato i diritti di centinaia di migliaia di lavoratori e ha messo in difficoltà i piccoli esercizi commerciali gestiti a livello familiare, favorendo soltanto la grande distribuzione. È anche una falsità dire che si fa così in tutta Europa”.
A proclamare lo sciopero sono stati i sindacati che hanno trovato l’appoggio solo di alcune regioni, quali Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Lazio. La nota della protesta “La completa liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali e festive, anno dopo anno, si sta rivelando disastrosa, non ha portato alcun aumento dell’occupazione e dei consumi, come dimostrano i tanti negozi dei centri storici chiusi e le procedure di licenziamento fatte dalle aziende della grande distribuzione, anche quelle che hanno scelto il ‘sempre aperto h24’. Sono peggiorate le condizioni di lavoro, gli orari, la vita delle lavoratrici e dei lavoratori, è aumentata solo la precarietà”.