
Cinque anni come sindaca di Viggiù. E soprattutto una delle militanti più attive e agguerrite del Carroccio, tanto da aver partecipato, durante i momenti più critici per la Lega Nord, alle battaglie più importanti per il cambiamento.
Sandy Cane, la prima sindaca di colore del Carroccio, lascia però il partito. Delusa e amareggiata, dice.
“Da quando non sono più stata sindaco, mi hanno messo da parte” spiega.
Lo sfogo è arrivato su Facebook: “Addio! Dopo anni che una si è fatto un culo così e non venir presa in considerazione non vale più la pena fare parte di un gruppo”.
Quindi ci racconta per telefono: “Ho lavorato sodo per la Lega, e quando ho smesso di rivestire la carica di sindaco, non ho più sentito nessuno, come se fossi diventata inutile”.
Mentre negli ultimi due anni si è trovata a portare avanti un duro lavoro. “Dal 2013 sono stata nominata reggente della Valle d’Aosta. Alle elezioni di quell’anno, per il Senato, sono riuscita ad aumentare i consensi di un punto percentuale. Come risultato, ho saputo, e non dal segretario ma da un’altra persona, di non essere nemmeno stata presa in considerazione per le elezioni regionali. Quando mi sono data da fare senza sosta”.
E quindi la decisione di uscire. “Non ha senso rimanere dentro il partito per farmi venire il sangue amaro”. Se qualche malizioso la accusa di essersela presa per non essere stata nominata responsabile dell’immigrazione, visto che il suo post è stato pubblicato il giorno prima dell’ufficializzazione di Toni Iwobi, di origini nigeriane, residente a Spirano (Bergamo), risponde tranquillamente: “Non c’entra niente. Toni lo conosco ed è una brava persona”.
A Varese i vertici del partito si dicono dispiaciuti e chiedono a Sandy di ripensarci. “Oltre ad essere una militante è anche un’amica – spiega il segretario provinciale Matteo Bianchi – quindi mi dispiace. Va anche detto però che quando dovevamo prepararci alle amministrative, lo stesso Salvini ha chiesto a Sandy di ricandidarsi a sindaco. E questa sua uscita, a pochi giorni dalle elezioni provinciali, non è proprio il massimo”. Mentre il consigliere nazionale della Lega Lombarda Stefano Cavallin, che durante quasi tutto il mandato di Sandy è stato segretario della circoscrizione leghista di riferimento, e per un certo periodo anche suo assessore a Viggiù, le chiede di ripensarci. “Sono dispiaciuto, anche se capisco che possono essere scelte di vita. Le chiedo solo di prendere in considerazione l’idea di restare”.
L’addio di Sandy Cane alla Lega potrebbe non essere però un abbandono della politica. L’ex sindaca di Viggiù da tempo ormai vive la maggior parte dell’anno a Gressoney La Trinitè, in Valle d’Aosta. E lì sembrerebbe intenzionata a trasferirsi definitivamente. E l’anno prossimo il comune andrà ad elezioni. “Potrei candidarmi a sindaco – spiega Sandy Cane – me l’hanno già proposto. E nel caso sarebbe con una lista civica. Vedremo”.
Gressoney ha poco più di trecento abitanti, una piccola comunità dove tutti si conoscono. Queste decisioni, quindi, nascono più dal contatto con la comunità, dove Sandy è ormai inserita, rispetto che a quegli equilibri politici che determinano queste scelte nelle grandi città.