Le dimensioni (dei nonni) contavano di più. Ben due centimetri

Uno studio inglese riportato dal Telegraph demolisce le dotazioni contemporanee: l’alimentazione e le sostanze chimiche hanno ridotto la virilità maschile di due centimetri in 60 anni

26 Gennaio 2015
Guarda anche: Cultura Musica SpettacoloMondoSalute
centimetro

Si stava meglio quando si stava peggio. O (meglio ancora) non esistono più i peni di una volta. Ci si può sbizzarrire alla ricerca del luogo comune più appropriato per commentare la notizia giunta da oltremanica che ci fa rimpiangere i tempi che furono: pare che 60 anni fa l’organo sessuale maschile dei giovani fosse più lungo di ben due centimetri rispetto a quello degli adolescenti del 2015.

Il motivo? Presto detto, a sentire il giornale inglese Telegraph, che riporta i dati di uno studio apparso sul libro “The feminization of Nature” della scrittrice Deborah Cadbury: il cambiamento delle abitudini alimentari ed il contatto prolungato nel tempo con sostanze chimiche (ad esempio i bifenili o il bisfenolo, che si trovano nelle plastiche) presenti in molti oggetti di uso quotidiano stanno minacciando seriamente la virilità dell’uomo contemporaneo. E pure il diabete influisce negativamente sulla frequenza e sulla qualità delle erezioni.

Anche Carlo Foresta, direttore del servizio per la patologia della riproduzione umana dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, conferma la tesi britannica: “E’ vero, l’organo sessuale dei giovani italiani è più corto di un centimetro rispetto a quello dei coetanei della metà del Novecento”. Sarebbe proprio la cattiva alimentazione la principale responsabile di questo preoccupante (soprattutto per l’autostima maschile) fenomeno: specialmente nell’età dello sviluppo, l’obesità influisce negativamente nella produzione di ormoni: “La lunghezza del pene è dovuta all’imprinting genetico che ognuno di noi riceve, ma è sicuramente influenzata anche da fattori esterni: stili di vita poco salutari e fattori ambientali”.

In sostanza, stiamo letteralmente dilapidando la dotazione ereditata dai nostri nonni. Con grande disappunto delle donne contemporanee.

 

Tag:

Leggi anche: