“Insubria Terra d’Europa”, il festival per ragionare sul futuro del continente. E sul ruolo che continua ad avere la Germania

Prende il via oggi, mercoledì 3 giugno, la nona edizione della kermesse culturale organizzata da Terra Insubre. Il tema è la Grande Guerra

03 Giugno 2015
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Si alza il sipario sul festival “Insubria Terra d’Europa”, giunto ormai alla nona edizione. E che quest’anno avrà come tema il Centenario della Prima Guerra Mondiale. 

“Siamo giunti alla nona edizione – spiega Andrea Mascetti, tra i fondatori dell’associazione Terra Insubre – siamo quindi vicini al traguardo del decennio. Le edizioni passate hanno avuto temi importanti, dai Popoli dell’Europa alla Russia. Quest’anno non potevamo, vista la ricorrenza, non parlare della Grande Guerra”. Un conflitto sul quale emerge, da parte dell’associazione che organizza il festival, un giudizio storico assolutamente negativo. Non solo per l’atrocità dei massacri che sono una costante in ogni guerra. Ma anche per le conseguenze sui popoli europei.

“Noi siamo europeisti e guardiamo con grande fiducia all’Europa – dice Mascetti – ma non all’Europa di oggi. Il nostro ideale è l’unità tra popoli e patrie che deve superare gli stati nazionali. La Prima guerra mondiale fu scatenata infatti dagli Stati nazionali di matrice giacobina, che sono delle creazioni politiche che non corrispondono ai popoli. E come tutte le cose inventate e artificiali non possono che creare conflitti. Le patrie inventate portano a conflitti inevitabili”.

Il festival si svolgerà da mercoledì 3 a domenica 7 giugno, nella sala convegni di Villa Recalcati.
con la proiezione del film “Porca Vacca” di Pasquale Festa Campanile con Renato Pozzetto e Laura Antonelli (Italia, 1982), mercoledì 3 giugno alle 20.45.

L’attore Renato Pozzetto, protagonista del film, sarà presente alla proiezione. “Un inizio che possiamo definire leggero – sottolinea Mascetti – ma che in realtà mostra con ironia come l’Alto Comando piemontese abbia portato al fronte tantissimi ragazzi e l’impreparazione nel neonato esercito italiano”. L’analisi sul tema della guerra nel cinema, che spazierà anche su pellicole di Kubrick, verrà moderata da Paolo Mathlouthi.

Oltre a Pozzetto, ospiti d’eccezione saranno personaggi come Quirino Principe, germanista e traduttore di Tolkien e Junger, ma anche Massimo Lucchesini, già direttore di Alenia Aermacchi. Perché la Prima guerra mondiale vide per Varese lo sviluppo dell’industria bellica.
Una mostra, che verrà esposta al circolo Ra Ca’ dur Barlich, vedrà foto delle battaglie che si svolsero in Africa, durante il primo conflitto, anche con la prima aeronautica. Le immagini furono scattate da Andrea Bossi, nonno di Roberto Stefanazzi Bossi, attivista di Terra Insubre. Molto interessante sarà anche il convegno sulla “versione svizzera” della nostra Linea Cadorna. Dal momento che anche la Confederazione Elvetica temeva un’invasione da sud.
Nella giornata di sabato si analizzeranno le cause che portarono al primo conflitto mondiale con diversi incontri, tra cui la presentazione del libro di Gilberto Oneto “Il Guerrone” e l’approfondimento di Adolfo Morganti, che parlerà di come l’attività bellica italiana fu tra le principali cause della tensione in Europa e quindi dello scoppio della guerra.
Domenica, invece, si farà un salto nell’attualitò, con una tavola rotonda, alle 15, dal titolo: “Über Alles. La centralità tedesca e il futuro dell’Europa”. Parteciperanno il deputato Giancarlo Giorgetti, il professor Giuseppe Reguzzoni e l’eurodeputato Lorenzo Fontana.
“Ancora oggi – dice Mascetti – il destino dell’Europa sembra essere quello di trovarsi attorno o sotto, a seconda dei punti di vista, alla Germania”.

“La recente crisi ucraina – si legge nel programma – ha mostrato ancora una volta come non esista una politica estera dell’Unione Europea, o meglio come questa si identifichi semplicemente con quella tedesca.
All’assoluta inconsistenza di Bruxelles sul piano internazionale fa riscontro il ritrovato dialogo tra Berlino e Mosca a suo tempo preconizzato da Henri de Grossouvre, che rilancia il tema, più che mai attuale, del blocco continentale eurasiatico”.

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