Continuano le indagini sull’incidente aereo avvenuto sabato pomeriggio in zona Valceresio e si scoprono ulteriori dettagli che possono far chiarezza su quanto accaduto.
Partiamo innanzitutto dalla scatola nera dell’elicottero, ritrovata dopo ore e ore di ricerca solo nel pomeriggio di domenica, e passiamo anche a chi ha allertato per primo i soccorsi ovvero un residente della zona che senza saperlo ha descritto in diretto quanto successo con voce concitata, raccontando di un elicottero in difficoltà fin quando non lo ha più sentito.
L’Agusta Westland 109 che si è schiantato sulle pendici del monte Minisfreddo e che ha tolto la vita a Stefania Fendoni, la 40enne unica vittima, era partito dall’aeroporto di Agno poco prima delle 14 nonostante le condizioni climatiche avverse. Gli altri due a bordo del velivolo ovvero Giovanni Mahler 70 anni, imprenditore, ed il pilota Roberto Grazioli 57 anni di Caiolo in provincia di Sondrio, hanno se la sono cavata con una frattura all’anca, (operazione già effettuata) e con un ricovero in corso ma si presume di pochi giorni. Ad allertare i soccorsi aiutandoli a rintracciarli è stato proprio Grazioli, che grazie al suo gps ha permesso di far si che venissero localizzati, nonostante la fitta nebbia e la zona particolarmente boschiva denominato Passo del Vescovo.
Ora il compito passa all’Enac, Ente Nazionale Aviazione Civile, che dovrà analizzare le registrazioni della scatola nera, ritrovata dai Carabinieri di Varese, e capire se si è trattato di imprudenza, errore umano o guasto tecnico; saranno comunque due le inchieste una italiana e una svizzera a far luce su tutta questa terribile vicenda.
Nel frattempo la mamma della vittima è giunta a Varese per riconoscere la salma presso l’istituto di medicina legale di Varese.